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Serena Grandi condannata per non avere pagato i dipendenti: "Mio figlio ha pensato di farla finita"

Due anni e due mesi la condanna per Serena Grandi, che a Live non è la d'Urso racconta la sua verità e anche tutto il dolore che questa vicenda le ha portato

Serena Grandi condannata per non avere pagato i dipendenti: "Mio figlio ha pensato di farla finita"

Condannata per la sua ingenuinità”, così la pensano i due opinionisti di Live Non è la d’uso sulla vicenda che vede coinvolta Serena Grandi condannata a due anni e due mesi per il fallimento del suo ristorante “La locanda di Miranda” e per non aver pagato i suoi dipendenti, oltre ad aver sottratto beni dal suo ristorante.

Le accuse sono gravi, ma Serena Grandi è molto arrabbiata per questa vicenda perché non si ritiene affatto colpevole o almeno non per come è stata condannata. In quel ristorante ha messo tutta la sua vita e quella di suo figlio che in un video racconta cose molto forti. “Sono cinque anni che non parlo di questa cosa - dice il ragazzo mentre passeggiando per Rimini e arriva nell’ex ristorante di sua madre - qui dentro abbiamo passato tanto tempo ed è successo di tutto. Avevamo aperto questo posto che doveva essere il nostro ritiro ma forse abbiamo sottovalutato la cosa. Io in questa cucina in un momento di disperazione ho pensato anche di farla finita”. Serena in studio dice che non è vero che non ha pagato i dipendenti, anzi, forse ne ha ‘dimenticato’ uno solo a cui non ha pagato una settimana. “Un ex galeotto “, dice. Il resto delle persone sono state tutte pagate e a dimostrazione arriva anche la dichiarazione di una sua ex dipendente.

La cosa più sorprendente è comunque che Serena, nel periodo della sua vita in cui ha combattuto con un tumore al seno, ha praticamente lasciato in mano agli avvocati questa scottante situazione che però l'ha portato alla fine a venire condannata: “Io in quel periodo avevo un altro problema a cui pensare un tumore al seno di 5 centimetri. Poi ovviamente se qualcuno mi fotografa mentre porto via uno stendino da casa mia e dice che sono cose che ho sottratto al ristorante non è colpa mia”.

Un altro particolare è la scomparsa dei libri contabili che non sono mai stati trovati: “Un mio inserviente mi ha detto di averli buttati io cosa ci posso fare?”. Ovviamente questa è una cosa grave perché la legge non ammette ignoranza e proprio per questo motivo gli opinionisti presenti l’accusano di troppa leggerezza.

Con tutti i beni pignorati la situazione non è semplice per lei, che comunque aveva investito molto anche a livello emotivo: “Volevo che fosse il mio buon ritiro”.

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