Cultura e Spettacoli

Una serie (quasi) "geniale": la febbre Ferrante contagia anche il Lido

Presentate le prime due puntate di otto girate da Saverio Costanzo sul best-seller della scrittrice

Una serie (quasi) "geniale": la febbre Ferrante contagia anche il Lido

L'amica geniale, scomparsa senza lasciare traccia, figlia di una scrittrice ignota e inseguita da milioni di lettori di mezzo mondo editoriale, è ricomparsa al Lido. Sotto forma filmica. Racconto di donne (che accontenta le quote rosa), tappeto rosso e affari d'oro (i romanzi, le traduzioni, i diritti per gli adattamenti...), ecco l'evento non cinematografico più atteso dentro la mostra del cinema. Ieri al festival sono state presentate le prime due puntate (di otto già pronte) della serie tv L'amica geniale, per la regia di Saverio Costanzo, tratta dal primo libro della quadrilogia della misteriosa (insomma...) scrittrice Elena Ferrante, epica avventura letteraria partita da una piccola casa editrice italiana, la e/o, che ha conquistato il mondo. A fine proiezione, dieci minuti di applausi. E la Ferrante fever contagiò Venezia.

Storia molto italiana (il giorno in cui l'amica più importante della sua vita sparisce all'improvviso, Elena Greco, «Lenù», una donna agée che vive in una casa molto chic, decide di accendere il computer e narrare l'amicizia, nata sui banchi di scuola in una Napoli poverissima degli anni Cinquanta, che la lega alla magnetica «Lila»), progetto internazionale (è una serie Hbo-Rai Fiction e TimVision, andrà in onda in autunno su Raiuno e poi girerà all'estero), sforzo produttivo enorme (in scena 150 attori, 5.000 comparse, una troupe di 150 tecnici, 20mila mq di set ricostruiti... anche se il risultato finale - come dire? - manca di quell'effetto-verità che ci si aspetterebbe), un produttore esecutivo da Oscar, Paolo Sorrentino (che ieri al Lido ha accompagnato la delegazione ufficiale) e ben due trailer (uno di Hbo ti ipotizza, l'altro della Rai sembra il seguito di Don Matteo), L'amica geniale è uno di quei prodotti blockbuster che tiene assieme senza difficoltà anche il pubblico più sofisticato: le professoresse democratiche coi loro diligenti allievi e il grande pubblico del romanzo popolare. L'intellighenzia democrat e i lettori forti dei festivàl del libro.

La serie tv è già un evento, così come i libri di Elena Ferrante sono già bestseller. L'amica geniale piacerà molto, indipendentemente da quanto il miracolo della penna di Elena Ferrante sia stato davvero ripetuto dalla macchina da presa di Saverio Costanzo: la fabula e i personaggi sono forti per reggere qualsiasi traduzione-tradimento («Vorremmo che il lettore del romanzo tornasse alla storia da dove l'aveva lasciata, senza fare paragoni tra libri e film», ha detto il regista). In più, le attrici che interpretano le due amiche da piccole, Elisa Del Genio e Ludovica Nasti, sono in perfetto equilibrio tra bravura e naturalezza. Di certo la serie è piaciuta al pubblico, che ieri ha applaudito sia la proiezione sia la sfilata del cast sul red carpet. E ovviamente è piaciuta a Elena Ferrante che ha collaborato alla sceneggiatura (via e-mail...), dando consigli, correzioni, aiuti: «Elena ha visto le puntate finite e le sono piaciute molto, anche se sarà lei a dirlo», si è lasciato scappare lo scrittore Francesco Piccolo che è nel gruppo degli sceneggiatori.

Storia di sentimenti e di femmine («Tu sei la mia amica geniale: devi diventare la più brava di tutti, maschi e femmine», sussurra dal suo banco Lenù a Lila), di Sud e di memoria, di ambizioni e sofferenze, L'amica geniale televisiva rimane al di là delle differenze di scrittura fedelissima all'originale romanzesco: nelle atmosfere, nei colori, nel senso ultimo del racconto. «La vicenda comincia quando una maestra di storia elementare cambia la vita a due bambine. Ecco perché L'amica geniale è per me un'opera contemporanea e politica nel senso più sentimentale del termine. Perché, guardando oggi quel tempo, ti accorgi di quello che non c'è più: i valori della educazione e della trasmissione della conoscenza», ha detto Saverio Costanzo. Il quale si è anche divertito a citare la scena madre di Anna Magnani in Roma città aperta. «Siamo in un rione napoletano degli anni 50, e un falegname con cinque figli viene arrestato... la reazione della moglie che urlando e piangendo corre dietro alla camionetta dei carabinieri che sta portando via il marito, mi è sembrata una cosa naturale... La finzione nasce sempre dalla realtà dei fatti». E forse ha ragione lui. Miracoli del cinema (e della tv). Che la serie possa far venire voglia di leggere i libri della Ferrante anche a chi non li ha mai presi in mano? E chi può dirlo, My Brilliant Friend..

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