Cultura e Spettacoli

"Smetto quando voglio - Masterclass", la banda dei nerd torna al cinema

Il seguito, un ibrido tra commedia all’italiana e action movie americano che punta alla serialità, ha meno smalto e comicità del film originario

"Smetto quando voglio - Masterclass", la banda dei nerd torna al cinema

Nel 2014, "Smetto quando voglio" fu una vera rivelazione, un film che seppe deliziare, con la sua freschezza, pubblico e critica. L'idea alla base, non completamente originale perché lo spunto veniva da certe serie americane, vedeva un gruppo di ricercatori universitari, precari e senza un lavoro consono al proprio livello d’istruzione, che si reinventava produttore di smart drugs. Nel seguito, "Smetto quando voglio - Masterclass", uscito in questi giorni, la banda (Edoardo Leo e gli altri), che alla fine del primo film veniva scoperta e si trovava a fare i conti con la giustizia, è riassemblata proprio su ordine di un ispettore di polizia (Greta Scarano). Il patto con le istituzioni prevede la ripulitura della fedina penale di ciascun componente, dopo che gli spiantati ricercatori avranno recuperato, analizzato e registrato, per conto della questura, 30 nuove smart drugs non ancora censite e catalogate come illegali dal ministero.

Il film, diretto e sceneggiato da Sydney Sibilia, che lo ha scritto stavolta col supporto di Francesca Manieri e Luigi di Capua, è un'action comedy godibile e nasce come capitolo intermedio di una vera e propria saga: il terzo episodio, infatti, girato in contemporanea a questo, è ora in post-produzione. Nell'ambiziosa operazione produttiva targata Domenico Procacci e Matteo Rovere, la splendida anomalia rappresentata dalla pellicola originaria nel panorama delle commedie italiane contemporanee meritava un seguito all'altezza. Invece, "Smetto quando voglio - Masterclass", pur essendo a modo suo sperimentale e coraggioso, smarrisce la brillantezza e lo smalto caratteristici dell'episodio precedente. La coerenza artistica viene piegata all'esigenza commerciale e la critica sociale non solo è molto meno affilata ma quasi non pervenuta. Si parla di cervelli in fuga, (le new-entry della banda), ma in maniera quasi caricaturale. Gli scalcagnati e imbranati protagonisti sono ora accessoriati di gadget futuristici e tutto sembra presagire ad un terzo film d'impronta quasi superoistica. Perduto l'effetto sorpresa di tre anni fa, il progetto si va "americanizzando" e l'azione adrenalinica prende sempre più spazio rispetto al racconto dell'attualità fino a trasformarlo, in parte, in fumetto.

Tra i punti di forza originari che vengono mantenuti ci sono il taglio leggero, la mancanza di facili moralismi e il tenersi lontano dalla volgarità gratuita. Le analogie alla tanto amata pellicola d'esordio, inoltre, anziché creare un nocivo effetto deja vu, giocano a favore regalando familiarità e cementando l'affezione del pubblico di fan per i personaggi. Tra inseguimenti nella Roma antica e scazzottate a bordo di un treno merci, con citazioni a generi che vanno dal poliziesco Anni '70 al western, "Smetto quando voglio - Masterclass" fa trascorrere un paio d'ore ritmate e spensierate in compagnia di vecchie conoscenze.

Nulla di più, nulla di meno.

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