Cultura e Spettacoli

Sofia Vergara e l'incubo del seno troppo grande

Sofia Vergara, la simpatica interprete della serie "Modern Family", svela ironicamente gli inconvenienti di convivere con un seno troppo grande. L'occasione è un'intervista per l'edizione USA di Vanity Fair

Sofia Vergara
Sofia Vergara

Sofia Vergara si riconferma come una delle protagoniste più ironiche del panorama televisivo internazionale. Nota per la sua trascinante simpatia, l'attrice della serie "Modern Family” ha rivelato uno dei suoi più temuti incubi: la ricerca di biancheria per il suo grande seno. L'occasione è quella di un'intervista per l'edizione statunitense di Vanity Fair, dove la star si racconta a tutto campo.

Originaria della Colombia, dove ha inaugurato la carriera di modella e attrice negli anni '90, si è presto trasferita in quel di Los Angeles. Ed è proprio in California che, racconta con estrema autoironia, sarebbero cominciati i problemi di petto. «Il mio seno è enorme» - spiega - «Per tutta la mia vita, comprare un reggiseno è stato un incubo. Quando mi sono trasferita a Los Angeles, ho trovato un posto che realizzava biancheria per spogliarelliste». E mimando la scomodità di doversi sdraiare con contanto seno, aggiunge: «Credetemi, vorrei avere un seno finto. Non è divertente».

In merito alla sua figura statuaria, l'interprete di Gloria Pritchett in "Modern Family" lancia anche una frecciata ai critici. L'attrice quarantaduenne, oggi sentimentalmente legata al collega Joe Manganiello, viene accusata di indossare di frequente lo stesso stile di abiti, tra shape dress e tubini avvolgenti. «A volte leggo sulla stampa: "Sofia indossa ancora lo stesso vestito". E vorrei rispondere: "Cosa cavolo vorreste indossassi? Ovviamente c'è una ragione perché scelgo questo stile!».

Dall'inconfondibile accento spagnolo, Sofia mantiene la sua capacità di non prendersi troppo sul serio nemmeno quando le viene chiesto, ormai ciciclicamente, perché non abbia ancora raggiunto una pronuncia perfetta in inglese dopo tanti anni di permanenza negli Stati Uniti. «Ho assunto un insegnante» - sottolinea - «e bisogna lavorare così tanto. È sfiancante. Ed è anche noioso. Inoltre ho un pessimo orecchio. Sono in questa nazione da circa vent'anni e ancora parlo così... Quando andavo alle audizioni riuscivo a concentrarmi solo sulla posizione della lingua. Non era recitare. Quindi ho pensato: "se non riesco a trovare lavoro con il mio accento, non è un lavoro per me"».

Con il senno di poi, la scelta si è rivelata vincente: l'accento latino è il vero e proprio marchio di fabbrica della sua irresistibile recitazione.

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