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"Sono donna e nera: il successo di Scandal mi ha reso più forte"

L'attrice racconta l'ultima stagione della serie sugli intrighi Usa in onda da stasera su Foxlife

"Sono donna e nera: il successo di Scandal mi ha reso più forte"

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Los Angeles Negli Stati Uniti è andata in onda il 19 aprile l'ultima puntata, in Italia l'ultima stagione arriverà su FoxLife da stasera, ogni martedì alle 22. Parliamo di Scandal, la serie che, in sette stagioni, ha raccontato passioni, drammi, corruzione, tradimenti all'ombra di Capitol Hill e che ha fatto la storia della televisione americana grazie alla fervida fantasia di una delle produttrici più potenti della tv made in Usa del ventunesimo secolo, Shonda Rhimes. Ecco cosa ci ha raccontato la protagonista Kerry Washington sull'ultima stagione della serie.

«Dire addio a Scandal è stato emozionante e nostalgico: non vi dico chi c'era per la scena finale dell'ultima puntata, ma eravamo in quattro sul set ed erano le tre del mattino. Nonostante questo il cast, tutte le maestranze ci hanno raggiunto, gli autori, persino i miei genitori. Abbiamo finito la serie uniti più che mai, come una famiglia».

La Washington che incontriamo in una visita sul set, nello Studio Ovale ricreato in un capannone di Burbank, Los Angeles - per sette anni ha interpretato Oliva Pope, ex direttrice delle comunicazioni del Presidente degli Stati Uniti, una donna che ha dedicato la sua vita a proteggere i segreti dei potenti. «Quando abbiamo iniziato la serie raccontava scandali e situazioni al limite. In qualche modo abbiamo anticipato i tempi. Oggi la realtà supera la fantasia».

In effetti è successo molto dagli inizi della serie ad oggi. Sia a Washington, con l'elezione di Trump che a Hollywood, con la rivoluzione del dopo Weinstein.

«Ultimamente ci sto pensando molto. Sto pensando a quanto le cose sono cambiate dai nostri inizi e di come lo show abbia rispecchiato questi cambiamenti. Per quando riguarda la rivoluzione di genere che Hollywood sta vivendo posso dire con orgoglio che Shonda Rhimes e i suoi progetti hanno contribuito a questo cambiamento. Shonda non ha mai messo le donne in secondo piano. Il nostro è un lavoro di inclusione. Scandal ha dimostrato che se non si creano leader sulla carta, solo perché magari sono uomini e sono bianchi, se si crea un ambiente di collaborazione e inclusione si va più lontano, si fa meglio. E' una lezione che dovrebbe essere applicata anche in politica e in molti altri ambienti».

Personalmente che cosa le ha lasciato Olivia Pope?

«Il coraggio. Lei è molto più coraggiosa di me. E' sicura di sé e determinata. Lei sa che alla fine di ogni problema c'è sempre una soluzione, che non bisogna mai arrendersi e credo di avere imparato anche questa lezione da lei, sono diventata una persona più ottimista. Quando abbiamo iniziato io e Olivia ci somigliavamo di più. Io da allora mi sono sposata, ho avuto due bambini, ho fondato una casa di produzione. Lei ha scelto di non sposarsi, di non avere figli, ma una cosa ci accomuna anche ora e me l'ha insegnata lei: a non accettare un no come risposta».

Lei ha usato spesso la popolarità che Scandal le ha regalato per portare avanti progetti che le stanno a cuore, come il controllo delle armi negli Stati Uniti.

«La popolarità però per me è solo uno strumento in più per dare voce alle istanze in cui credo. Non faccio certe battaglie perché sono popolare, le faccio perché sono americana e credo che debba partecipare attivamente alla vita della mia nazione».

Lei è stata una delle prime donne afroamericane a essere protagonista di una serie drammatica in un network generalista, in prima serata.

«Anche questo grazie a Shonda Rhimes, che da autrice della serie non ha mai ceduto alle pressioni di chi voleva che Scandal percorresse strade più sicure. E, devo dire, anche grazie a Tony Goldwyn (che interpreta il presidente e amante di Olivia, Fitzgerald Grant III) l'altro protagonista del nostro show, che da uomo, in più bianco, non ha mai preteso di vedere a lui assegnato il ruolo del protagonista».

Lei ha diretto anche alcuni episodi.

«Sì, è stato molto speciale. Essere alla regia di una serie che ha fatto parte della mia vita per così tanto tempo è stata una di quelle operazioni di coraggio che forse prima non avrei saputo affrontare».

E ora?

«E ora è eccitante pensare a cosa farò dopo. E' una bella sfida non avere il futuro segnato come è stato da sette anni a questa parte. Ho iniziato un progetto con Reese Witerspoon.

Sto anche pensando di tornare a lavorare a teatro, il mio primo amore, per un po'».

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