Cultura e Spettacoli

"Sono tornato dall'inferno e canto il nuovo folk rock"

Tra droga e malattie si considera un sopravvissuto. L'eroe di Crosby Stills Nash&Young incide un cd solista

"Sono tornato dall'inferno e canto il nuovo folk rock"

È stato la cattiva coscienza della musica solare della West Coast; l'antieroe del folk rock più amato dai freak di tutto il mondo. Con i suoi testi poetici, con i giochi di parole tra gioia e disperazione ha trasformato in realtà l'utopia hippie. David Crosby a 75 anni continua a segnare le strade della musica popolare come fa dagli anni '60, portando i Byrds dal country rock alla psichedelia, o nella decade successiva, quando è stato il «grillo parlante» di Crosby Stills Nash & Young. Oggi, a 75 anni, dopo le numerose reunion con i vecchi compagni e i dischi con i CPR (la band in cui militava il figlio «ritrovato» James Raymond) pubblica lo splendido e delicato album acustico Lighthouse, seguito ideale del suo primo disco solista, quel If I Could Only Remember My Name, considerato uno dei momenti più alti della canzone d'autore americana.

Come è nata l'idea di un disco solista a così grande distanza dal primo?

«Ho ancora tante cose da dire, sia nella sfera dei sentimenti, sia a livello sociale. Guardi cosa succede nel mondo e non puoi rimanere passivo,devi intervenire e il mezzo migliore sono le canzoni».

È un album in puro stile Crosby.

«Non faccio caso alle etichette ma è un lavoro acustico, con un po' di tastiere e un sacco di chitarra e voce».

The City è uno dei brani emblematici del disco.

«Sì, è un pezzo cui tengo molto, dedicato a New York, una città difficile e dura da vivere che amo moltissimo».

Cosa si aspetta da Lighthouse?

«Ciò che mi son sempre aspettato dal rock: a maggior ragione oggi che sono avanti con l'età. Sono stato più volte all'inferno e ho sofferto molto ma ne sono sempre uscito e sono qui a cantare e suonare per me e per chi mi ascolta. Per fortuna con il mio passato ho ancora numerosi fan che si fidano di me».

Lei ha dichiarato: non dovrei essere vivo...

«Ho visto più volte la morte in faccia. La droga e l'alcool mi stavano distruggendo e mi hanno portato persino in galera. Il trapianto di fegato è stato durissimo da sopportare e il diabete mi impedisce, o almeno dovrebbe, di mangiare e di bere».

Si considera un sopravvissuto?

«Certo, e l'esperienza passata mi dà la carica per essere il Crosby di oggi, più sereno ma cosciente dei gravi problemi sociali che ci assillano».

Dice di essere rinato dopo aver incontrato suo figlio James Raymond.

«Sì, ho trovato un figlio che era pure un meraviglioso musicista. Cosa chiedere di più?».

Come mai non appare nell'album?

«Questo è il mio disco, ma stiamo già lavorando insieme alle nuove canzoni che usciranno la prossima primavera».

E progetti con Stills Nash & Young?

«Mai dire mai, anche se tornare con Neil, che è un solitario e ha la sua nuova band, mi sembra quasi impossibile. Anche Stills è molto preso con il suo supergruppo. Più facile un duo con Nash, ne abbiamo fatti a decine di concerti e dischi. Da quando ci siamo conosciuti a casa di Mama Cass dei Mama's & Papa's siamo sempre rimasti legati, lui arrivava da Londra e mollava il beat degli Hollies per seguire la sua vena country».

Cosa pensa delle elezioni presidenziali americane?

«Credo che Trump sia davvero pericoloso per l'America e il mondo».

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