Cultura e Spettacoli

Storie in volo per riscoprire tutti gli eroi dell'aeronautica

Matteo Sacchi

Dal primo bombardamento da aeroplano, effettuato durante la Guerra italo-turca, sino alle più feroci battaglie della Seconda guerra mondiale. In Di questo sono fatti gli aerei. Storie e persone con le ali (Mursia, pagg. 168, euro 15) Giuseppe Braga racconta 52 storie d'aviazione, divise non per le epoche in cui sono accadute, ma soltanto a partire dal mese in cui sono avvenute. Si può quindi leggere questo «breviario» delle avventure del cielo nel corso di un intero anno o tutto d'un fiato. Velivoli sperimentali, atti di cavalleria tra nemici, scontri aerei sul deserto: che si legga in un modo o nell'altro, la noia del lettore volerà altrove. Infatti Braga, che è stato direttore responsabile del mensile Volare, è bravissimo a condensare il rombo dell'elica e il fischio aerodinamico dell'ala, in delle pillole narrative che sono quasi dei microromanzi (per quanto tutte vere). Prendete la storia di Franz Stigler e Charles Brown.

Il 20 dicembre 1943 l'americano Brown era ai comandi di quel che restava di un B-17 di ritorno dai bombardamenti sulla Germania. La Flak e i caccia della Lutfwaffe avevano ridotto il suo aereo in un colabrodo: motori 2 e 4 in fiamme, postazione di fuoco frontale distrutta, torretta di coda pure, mezzo timone strappato via, ossigeno in avaria, un mitragliere morto, 4 dell'equipaggio feriti, anche Brown con delle schegge nelle gambe. Ecco che su questo rottame che arranca a bassa quota si avventa un nuovo caccia, quello pilotato dal sottotenente tedesco Franz Stigler. Stigler è un asso, chiuderà la guerra avendo abbattuto 28 aerei, si avvicina ma non spara. Vede il nemico a lumicino, non vuole infierire. Si avvicina tanto da vedere Brown nella cabina di pilotaggio. Gli fa cenno di cambiare rotta, atterrare in Germania e arrendersi. Brown tira dritto... Allora manovra per spingerlo verso la Svezia neutrale. Brown non molla e fa segno di no con la testa. A quel punto Stigler dovrebbe proprio sparare, ma alla fine è davvero un cavaliere del cielo e allontana il dito dalla leva di sparo delle sue mitragliatrici: «A quel punto ho pensato, ok, spero che tu ce la faccia, buona fortuna». Brown ce la fece e, dopo la guerra, ci mise anni per rintracciare Stigler e ringraziarlo.

Persone con le ali.

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