Cultura e Spettacoli

Il "Teatro del Silenzio" di Bocelli compie dieci anni

L'evento estivo organizzato da Andrea Bocelli nel suo paese natale si conferma un appuntamento di risonanza internazionale dalla magia unica

Il "Teatro del Silenzio" di Bocelli compie dieci anni

Poche sere fa si è compiuto un rito che, grazie alla fama del suo officiante, Andrea Bocelli, ha richiamato per il decimo anno consecutivo l'attenzione internazionale su di un caratteristico paesino della campagna toscana, Lajatico, luogo di nascita del cantante. "Il Teatro del Silenzio", questo il nome dell'evento nato nel 2006 dal genio ed estro creativo di Alberto Bartalini, non è solo un grande spettacolo in cui musica, arte, danza e natura si compenetrano, ma un'esperienza che ha venature di trascendenza. Se il concerto in cui Bocelli si esibisce assieme ad altri noti artisti reca in sé un tale dono, almeno per le persone più ricettive, è forse perché quel che va in scena armonizza elementi che collegano il primordiale e il divino. Gli spettatori si trovano seduti dove, fino a poco tempo prima, le spighe di grano ondeggiavano nel vento, abbracciati per 360 gradi da campi dalle sfumature cangianti e che, negli ultimi dodici mesi, sono stati abitati solo dal silenzio. La luna fa gli onori di casa pronta a rendersi sempre più protagonista del manto stellato sopra al palco. Tutto trasuda eternità in questo luogo in cui per una sera si ha il privilegio di rigenerarsi in compagnia dell'arte. Quando Bocelli libera in volo la sua voce, sulle prime ci si può sentire piccoli e quasi a disagio di fronte a tanta maestà amplificata dalla potenza di una conca naturale di tale suggestione estetica, ma, superata la vertigine del sublime, si risveglia negli astanti un senso di appartenenza a quello scenario meraviglioso. Stretti tra l'umile suolo e l'infinito cielo ci ricordiamo di essere fatti di entrambi. Il "Teatro del Silenzio" è un crogiuolo di simbologie di forte valenza spirituale.

La natura insegna che ci vuole pazienza affinché il seme, accolto nella terra, germogli e si trasformi. Ebbene, Bocelli, che ha seminato in tutto il mondo l'amore per il bel canto, sembra ora puntare a fecondare cuori con una semenza più preziosa, la bellezza morale, e lo fa con una fondazione che porta il suo nome e sulle cui attività, durante la serata, ha occasione di mostrare un video esplicativo. In platea, a guardarlo, ci sono persone, forse principi arabi e magnati russi come in passato, che, sensibilizzate a cause importanti, sarebbero senz'altro in grado di fare la differenza. Negli anni, su queste colline, sono passate le maggiori celebrità mondiali; il paese di Lajatico ha visto arricchire il proprio arredo urbano di opere degli scultori e pittori più illustri, realizzate di volta in volta per le varie edizioni; lo spettacolo si è nutrito di performance uniche in cui alle eccellenze della musica pop e della lirica si sono affiancate quelle della danza. Il decennale è stato festeggiato allestendo due date: una, il 2 Agosto, dedicata all'opera "Turandot", sotto la direzione del Maestro Zubin Metha, che ha avuto tra il pubblico il premio Oscar Natalie Portman, e una, il 4 Agosto, dalle commistioni "pop", deputata ad essere il vero e proprio compleanno della manifestazione. In quest'ultima, Vittorio Sgarbi, nell'insolita veste di presentatore, ha avuto modo di sottolineare come Andrea Bocelli sia tra i pochissimi che, arrivati al successo planetario, hanno fatto ritorno al "natio borgo selvaggio" con sentimenti profondi di gratitudine e generosità. Sgarbi ha poi dato lettura di due poesie scritte dal tenore, componimenti in endecasillabi e linguaggio antico, uno in omaggio al padre e l'altro alla figlioletta.

La loro profondità tormentata trova assonanza emotiva con quel che Gianna Nannini canta poco dopo: "Sei nell'anima" e "Meravigliosa Creatura", pezzo in cui duetta con Bocelli. L'altro momento di assoluto magnetismo è l'esibizione con Renato Zero ne "Il Carrozzone". Ma ci sono anche Elisa, i violoncellisti sloveno/croati 2CELLOS, la voce soul della britannica Beverley Knight, il sassofonista Michael Ghegan e David Bryan, il tastierista e cofondatore dei leggendari Bon Jovi. Ognuno di loro va a toccare una corda diversa dell'anima della platea. Alla fine, quando le luci si spengono, le colline vengono riconsegnate al loro padrone, il silenzio.

Forse, tra gli oltre diecimila presenti, qualcuno sarà tornato a casa con un nuovo luccichio interiore.

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