Cultura e Spettacoli

Vienna celebra gli Strauss Venezia esalta l'opera italiana

Vienna ha salutato il nuovo anno coinvolgendo il globo intero a ritmo di valzer, polche, marce - anzitutto - della Strauss Dynasty, un fiume di bollicine musicali offerto dai Wiener Philharmoniker. Dieci e lode a questi Viennesi capaci di capitalizzare in tal modo le risorse d'arte. Perché questo concerto, ieri visto in 90 Paesi, da 50 milioni di persone, è una gallina dalle uova d'oro per i Wiener che con un evento ben confezionato riescono a fare una straordinaria operazione di immagine, marketing e incassi. Sul podio dei Wiener, nella Sala d'Oro del Musikverein, c'era il direttore d'orchestra Zubin Mehta, al suo quinto concerto di Capodanno austriaco (l'anno prossimo sarà la volta del lettone Mariss Jansons). Il programma ha percorso ricorrenze speciali della città. Sono stati ricordati i 650 anni dell'Università di Vienna, i 200 dell'Università tecnica e i 150 della Ringstrasse, il viale ad anello che racchiude il centro storico. Così, con la polka Mit Dampf di Eduard Strauss, Accelerationen , Polka Elektro-magnenetische , e Perpetuum mobile di Johan Strauss figlio sono stati ricordati i 200 anni dell'Università tecnica. Per l'Università viennese sono state eseguite la Studenten-Polka e Freiheitsmarsch di Johann Strauss figlio e padre. La Ringstrasse è stata ricordata con un balletto. In chiusura un classico dei classici: il Bel Danubio blu di Strauss figlio e la Marcia di Radetzky di Strauss padre accompagnati da battiti di mani perfettamente ritmati del pubblico.

È invece un classico lagunare Va pensiero e Libiam ne' lieti calici di Giuseppe Verdi. Il finale di rito del concerto del capodanno musicale di casa nostra, quello dalla Fenice di Venezia, anche questo appuntamento trasmesso ieri dalla Rai, ma pure da ARTE, ZDF, WDR, Radio France e da emittenti radiotelevisive di paesi dell'Europa dell'Est. Alla sua dodicesima edizione, è considerato il programma più visto del Capodanno televisivo con uno share del 27 per cento. I complessi della Fenice di Venezia, diretti da Daniel Harding, hanno offerto un programma contrassegnato dai grandi dell'opera italiana: Verdi in prima fila, quindi Puccini, Donizetti, Rossini e Ponchiell.

Solisti, il soprano Maria Agresta, e il tenore americano Matthew Polenzani, al suo debutto a Venezia.

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