Cultura e Spettacoli

In «Vizio di forma» Phoenix è un detective hippy

In «Vizio di forma» Phoenix è un detective hippy

Sigaretta dietro l'orecchio destro, infilata tra i capelli corvini, per fumarsela dopo, Joaquin Phoenix pure a Roma fa Doc Sportello, l'investigatore privato hippy, protagonista di Vizio di forma (dal 26 febbraio con Warner), firmato Paul Thomas Anderson. Perfetto, per lanciare il colorato noir , che pare un viaggio sotto LSD tanto è aggrovigliata la sua trama, sezione chirurgica perfetta dall'omonimo romanzone di Thomas Pynchon (Einaudi). E infatti, è meglio abbandonarsi al rutilante racconto della porn-utopia Usa anni Settanta, tra figli dei fiori,surf e sesso libero: cercare un bandolo, non serve. E poi, come in Her , il tenebroso Commodo del Gladiatore domina tutte le scene col suo ipnotico carisma. E funziona, attraversando droghe, nazisti e cliniche psichiatriche, affiancato da Josh Brolin, Reese Witherspoon, Owen Wilson e Benicio Del Toro. «Ho letto il libro due volte: i dialoghi del film possono ingenerare confusione. Stavo per leggerlo una terza volta, poi ho pensato che “dovevo” sembrare confuso», spiega la magnetica star.

Figlio di hippies, che hanno chiamato i figli River, Summer e Rain - Joaquin è stato concepito davanti alla chiesa di San Joaquin -, gli riesce bene incarnare un personaggio alla Sam Spade. «Senza l'approccio umoristico, che dà sollievo all'intensità del racconto, impossibile digerire certe scene. E cerco sempre di evitare i cliché». Con i favoriti alla Neil Young, la giacchetta militare e i sandali di gomma (piedi zozzissimi, ovvio), nel film Phoenix sfoggia un look inedito, tra John Lennon e Neil Young. «Anderson mi ha portato le foto di Young e abbiamo lavorato con il costumista su questo look», spiega il 2 volte candidato all'Oscar». «Lavorare con Anderson? Un'esperienza onirica», chiude Joaquin, divertito all'idea che, a luglio, girerà un film leggero con Woody Allen, insieme a Emma Watson. Del resto, l'Anderson di Magnolia ,44enne autore cult e cerebrale, non è certo acqua fresca. «Volevo ricreare la Los Angeles di quand'ero bambino. I miei genitori non erano hippy, ma ho amici i cui genitori lo furono. Ho capito la nostalgia di quei tempi, quando mischiavano sesso, droga e tristezza politica. Ci sono tanti modi per rimpiangere i Sessanta: chi rimpiange la droga, chi il sesso libero. Fondamentalmente, erano anni ribelli. Di ciò parla Pynchon», chiarisce Anderson, pagando il suo tributo a Robert Altman, «della stessa generazione di mio padre, gente irriverente,come piace a me». Anche Altman, nei suoi film affastellati di personaggi, se ne infischiava un po' delle trame... "Magari il pubblico potrebbe mandarmi affanculo. Però, poi ci pensano i giornalisti, a ricostruire il racconto. Io ho visto Il Padrino 30 volte, per mettere insieme i pezzi", scandisce Paul Thomas. Quanto a come sia Joaquin Phoenix, sul lavoro? «Se arriva e bofonchia sul set, significa che non è d'accordo: ha quasi sempre ragione lui».

CRom

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