Cultura e Spettacoli

Zalone salva il nostro cinema dal tracollo

di Maurizio Acerbi

Il cinema italiano lo ha beatificato da tempo, eleggendolo, artisticamente, come «Nostro signore degli incassi». Le annate del grande schermo vanno, ormai, distinte in CZ o SZ, ovvero «Con Zalone» e «Senza Zalone», visto il devastante effetto sul botteghino complessivo. Prendete il 2016, anno che si è chiuso con due rassicuranti, sulla carta, segni positivi rispetto al 2015: un +6,06% di biglietti venduti (105.385.195) e un +3,86% di entrate totali (661.844.205 euro). Poi, però, vai a vedere nel dettaglio il perché di questo incremento e scopri, non certo da oggi, che il suo Quo Vado?, uscito l'1 gennaio, ha totalizzato, da solo, oltre 9.300.000 presenze in sala, per un botteghino che ha superato i 65,3 milioni di euro di incasso. In pratica, quasi il 10% di tutto il movimento. A riprova di un attore che, unico in Italia, può influenzare l'andamento di una stagione cinematografica, va registrato il desolante dato complessivo del periodo natalizio appena trascorso (dal 16 dicembre 2016 al 6 gennaio 2017). Ebbene, il calo, rispetto a un anno fa, è stato devastante con un -35,71% nelle presenze e, peggio ancora, un -38,06% al box office. Questo, oltretutto, di fronte all'incomprensibile affollamento di film nel periodo, senza eguali visti i 29 titoli fatti arrivare nei cinema, la maggior parte di pessimo livello. Tendenza che si è radicata per tutto il 2016, annata che ha visto debuttare, nei nostri cinema, qualcosa come 554 film (480 del 2015), ovvero più di dieci a settimana. Di questi, 208 sono stati titoli italiani, molti dei quali fatti uscire unicamente per ottenere dei finanziamenti, pellicole che neanche i parenti più stretti sono andati a vedere.

Facciamo Zalone santo subito.

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