Cultura e Spettacoli

Zelig diventa una tv: "Che mondo triste, facciamo un canale noi"

La banda di Gino e Michele: «Vogliamo fare tutto quello che non è stato possibile finora»

Zelig diventa una tv: "Che mondo triste, facciamo un canale noi"

Tanto ma tanto entusiasmo, una squadra di teste che non ce la fa proprio a fermarsi e, infine, pure qualche delusione per come la tv generalista italiana si presenta oggi: sono diverse, articolate e, diciamolo, anche nobili le motivazioni che hanno portato Gino & Michele con Giancarlo Bozzo, cioè la squadra di Zelig e Bananas da una parte, e Smemoranda dall'altra, ad allearsi per partorire il progetto dei progetti. Che si chiama in modo semplice e diretto, come dovrebbe essere una bella battuta di cabaret e come dovrebbe essere la risata che ne consegue: Zelig Tv. Dal prossimo 25 febbraio Zelig si fa uno spazio tutto suo, al canale 243 del digitale terrestre, ecco come ironizzano nei simpatici messaggi di congratulazioni di tanti comici passati sotto la mitica Zeta non è che sia esattamente uno dei primi nove ambiti tasti del telecomando, ma le buone idee, l'ottimismo da 0,5% di share, la collaborazione perfino di una redazione giornalistica diretta da Nico Colonna di Smemoranda, con il coinvolgimento della rete di Radioimmaginaria, primo network gestito e diretto da adolescenti di 11-17 anni in tutta Europa (!) e di associazioni come Emergency e Diversity, tutto questo porta a pensare che la partita vada giocata. Ci sono poi le cifre, illustrate ieri dal palco storico dello Zelig Cabaret nella milanese viale Monza al civico 140 che, nel frattempo, è diventato un centro di produzione di 240 metri quadrati con 14 telecamere, doppia regia audio, video e effetti per live e Tv, pronto a sfornare assicura l'ad di Bananas Media Corporation Roberto Bosatra - «400 ore di produzione originale e 200 di importazione, tra serie tv e film: il tutto sotto il marchio dell'ironia e della comicità. Con un impegno economico quinquennale di circa 6 milioni di euro all'anno».

Zelig (32 anni a maggio, 900mila spettatori al Cabaret, 500mila nelle registrazioni tv, quasi 2 milioni negli spettacoli dei suoi comici in tournée) e Smemoranda (40 anni a settembre, 800mila agende vendute a sette generazioni) festeggiano così, pensando in grande: «L'idea - spiega Giancarlo Bozzo è quella di fare un laboratorio di idee e di contenuti che possono poi approdare sui grandi broadcast come Mediaset, Rai o La7». Perché la verità la spiega Gino senza peli sulla lingua: «A guardare la tv oggi non si capisce in quale epoca precisa si viva: quella del 2017 è la stessa di cinque anni fa. Non c'è più coraggio di credere in cose nuove, non fanno più sviluppo e ricerca. Per quello finì con Mediaset: tanti progetti che avevamo nel cassetto venivano cassati, ma nella vita bisogna avere coraggio. E poi vedevamo anche che il programma, dopo i primi anni in cui batteva anche Sanremo, in quella forma col tempo andava spegnendosi. Abbiamo lasciato prima che ci chiudessero loro. Ora, si torna al coraggio. Neil Simon diceva che se Michelangelo non lo avesse avuto, si sarebbe limitato a dipingere il pavimento della Cappella Sistina. Ora quelle idee le realizzeremo, sì, al canale 243 del digitale, va bene. Ci giochiamo tutto, ma siamo fiduciosi. Questa tv è il sunto di tutte le nostre fatiche ultradecennali». Michele tiene a precisare: «Lo faremo con la levità del comico ma senza rinunciare alla profondità. Che la gente voglia ridere è assodato: al cinema quest'anno il boom al botteghino è di due nostri amici di Zelig, Albanese e Cortellesi, l'anno prima erano Ficarra & Picone, ancora prima Checco Zalone. Tutti nostri».

Su Zelig tv oltre a interviste a personaggi di casa come Ale & Franz, Paola Cortellesi, Katia Follesa, Raul Cremona, Giobbe Covatta, Gioele Dix e tanti altri, sono attesi programmi di musica, moda e perfino cucina: tra questi il primo a guadagnarsi la citazione è Zelig Time, registrato al Cabaret e atteso il lunedì in prima serata, due puntate alla volta per 10 settimane. Si parlerà anche di arte e comicità con L'arte di vivere con Leonardo Manera e il critico Carlo Vanoni. Ma il vero e proprio palinsesto è ancora top secret, verrà comunicato ai primi di febbraio. Intanto, si può cominciare a ridere sulla fiducia.

Il marchio di fabbrica è buono, ci si può investire in anticipo.

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