Stanca di essere una cenerentola lasciata a casa dalla matrigna Genova, La Spezia è finalmente scesa in campo. Nel giro di pochi anni il capoluogo spezzino è diventato un attivo centro culturale. Mostre, concerti, conferenze, nuove gallerie: tutto lascia intendere che la Superba dovrebbe iniziare a guardarsi le spalle.
A questa rinascita ha contribuito lapertura del Camec, Centro dArte Moderna e Contemporanea. Situato nel cuore della città, nellex tribunale (Piazza Cesare Battisti, numero 1), il museo vanta una ricca collezione permanente, frutto delle opere provenienti dal Premio del Golfo e dalle donazioni Cozzani e Battolini. A tutto questo si aggiunge la volontà del direttore, Bruno Corà, di promuovere grandi eventi.
Ecco spiegato il perché di tante ferie negate: al Camec sono in corso ben due mostre personali, nellambito del programma «Enclave», dedicato ai progetti dartista. Protagonisti due nomi appartenenti alla stessa generazione, vessata dagli strascichi dellinformale. Entrambi sono «usciti dal coro» ritagliandosi spazi autonomi di riflessione e passando attraverso catartiche «purificazioni»: Gastini con un interesse analitico e Ranaldi coi film dartista.
La mostra dedicata al torinese Marco Gastini (fino al 4 settembre) presenta un nucleo di lavori realizzati sui quattro elementi primari: aria, acqua, fuoco e terra. Opere recenti, che sono una summa e insieme una riflessione sul percorso dellartista, da sempre attento allo spazio, al segno e alla materia. «Quando penso a un lavoro - spiega Gastini - penso a uno spazio, a uno spazio che sta attorno allidea del lavoro».
Nascono così le sue grandi opere, a metà tra pittura e scultura, ove entrano in gioco materiali come il piombo, lalluminio, la carta ma anche nastri, tondini di ferro, carbone, carrube e legno. Ogni materiale diventa materia pittorica, evocazione e parola con cui aprire squarci nello spazio.
La seconda mostra è un progetto concepito ad hoc per loccasione, «Dispositivi per lora daria» di Renato Ranaldi (fino al 15 settembre).
Lartista fiorentino riflette sui meccanismi che conducono larte a essere un pretesto per attirare clamore. Con installazioni-sculture di grande formato, Ranaldi invade gli spazi del Camec giocando a rimpiattino tra esasperazione e straniamento percettivo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.