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Da Zenga a Sarri incrocio pericoloso ​per Inter e Milan

Una domenica speciale per quattro

Da Zenga a Sarri incrocio pericoloso ​per Inter e Milan

nostro inviato ad Appiano G.

Intanto una precisazione, la furia Mancini ad Appiano non s'è vista, nè sentita, e non perchè siamo suoi discepoli. Anzi, in linea con le precedenti conferenze prepartita, il Mancio ha parlato sciolto, monocorde, mai sopra o sotto le righe, sorriso. E di questo, neanche troppo scherzando, avevamo dato merito alla presenza in sala del direttore della comunicazione Mr Robert Faulkner. Eventualmente si potrebbe eccepire sulla tendenza degli allenatori a sollecitare più fosforo in chi pone le questioni, moda lanciata da Josè Mourinho: fate domande intelligenti oppure andate su Google.

A volte anche chi pone le domande desidererebbe ricevere risposte interessanti. Una a caso ieri a Mihajlovic: cosa si può fare per evitare i blackout? «Lo si fa presente ai giocatori, sperando che capiscano. Però non è così semplice, quando si spegne la luce per riaccenderla ci vuole tempo, non siamo degli interruttori che facciamo a comando». Una a caso a Sarri: «Ce lo dirà il Milan chi siamo». Zenga e Mancini complementari. Walter: «Con l'Inter non sarà una gara normale». Mancio: «Con la Samp gara speciale». Talmente simili in tutto che potevano stare l'uno al posto dell'altro, Sarri al Milan votato da Adriano Galliani, e Sinisa al Napoli primo nome sul taccuino di De Laurentiis. Il serbo fece subito una lista che spaventò il patron, c'erano Romagnoli e Soriano, De Laurentiis chiese tempo. Per Sarri circolò la voce sulle sue passioni politiche e il suo look. Celebre il consiglio del presidente dell'Empoli: «Non penserai di andare ad Arcore in tuta, vero?». In realtà davanti alla scelta, Montella compreso, il Cavaliere non ebbe esitazioni. Ma questa sera potevano stare esattamente l'uno sulla panchina dell'altro, motivo in più per vedere come va a finire fra due sinceramente amici che la scorsa stagione, in pieno campionato, si scambiarono esperienze e metodologie durante una visita gradita a Empoli di Miha. Però nessun rimpiano, Milan e Napoli sono assieme a nove in classifica, il Milan con un ottimo attacco, il Napoli con una pessima difesa. Il Milan alla ricerca di un leader, il Napoli con Higuain.

Zenga e Mancini hanno addirittura iniziato a giocare assieme nell'Under 21, sicura la stima reciproca e un amore dichiarato, sia per l'Inter che per la Samp. Walterone è una vita che sogna di guidare la squadra per cui tifava dai tempi di viale Ungheria, e anche questa estate ha confessato di esserci arrivato a tanto così: «Più volte ho detto che solo il fatto di essere accostato a quella panchina mi inorgoglisce». Ma non ci è mai arrivato, come Bergomi che ha girato attorno alla società per una cifra, senza mai metterci piede. O come Ferri, ma non per demeriti specifici. Partitella ad Appiano per testare le condizioni di Ronaldo al rientro dopo lungo infortunio. Lo marca Ferri, Moratti a bordocampo in palese tensione. Palla a Ronaldo, entrata tipo caterpillar di Ferri, commento del presidente: quello non lo voglio più vedere.

Zenga fedele nei secoli, non molla, però adesso è sull'altra panca: «Mancini a Genova è stato il calcio e io ho grande rispetto per l'Inter - ha confessato -, ma la Sampdoria per me è un punto d'arrivo. Ho indossato questa maglia, so quale onore sia poterla vestire. Darò il massimo per vincere questa importante partita». Zucchero anche le parole del Mancio: «Mi fa piacere ritrovare Walter, compagno e avversario di tante battaglie e sono felice che sia in Italia e che alleni la Samp». Che tesori, proprio un bel quadretto.

Poi vediamo, il calcio accende, ubriaca, spinge oltre i limiti, almeno per un'ora e mezza.

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