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Pneumatici formula thrilling

La teoria è stata chiara, la gomma di Alonso no. Bisogna avere il coraggio di gridarlo ai quattro venti, affinché tutti capiscano dove è precipitata la Formula 1 da «thrilling». E dire: «Che “schifezza” di “medium” è toccata al Reuccio?», già maltrattato dalla non brillante partenza, favorevole a Ricciardo. Secondo i piani, al primo crollo delle super-burrose «option» (pensate, 6 giri per Hamilton, 7 per Vettel, 8 per Webber e Raikkonen!), la Ferrari doveva essere al comando. Invece, no: bisognava aspettare fino al 13° giro l'arresto di Grosjean. Ma già al 12° giro le gomme di Alonso erano cotte. Grande sconfitta tecnica.

Ormai, il sollecito Vettel (alla Rbr hanno sempre il miglior stratega, le migliori geometrie di sospensioni, che non fanno «dechappare», e il miglior guidatore) poteva riprendersi tranquillamente la prima posizione, per non mollarla più, neanche quando Raikkonen poteva star davanti. Questa è la sintesi di un Gp di Germania che doveva riportare imperiosamente il Cavallino al successo, ma che ha perso anche Massa, per il noto inconveniente meccanico.

No, caro Dr. Domenicali, non è il passo che è mancato; è lo sgambetto che è sopraggiunto. L'argomentazione: «come ha maltrattato le sue “medium” in qualifica Alonso?» non regge, sia per il tempo in Q3, sia perché, degli altri partiti in “prime”, Hulkenberg ha fatto 17 giri e il sensibilissimo Button 21. Purtroppo, i delaminati ingegneri della Pirelli, che ancora non sanno che la forza «G» (sarà Giga?) in curva non è laterale ma centrifuga e che i 4,66 «g» (accelerazione di gravità) vanno moltiplicati per la massa, hanno voluto far disputare una prova così importante per il mondiale, dopo i loro «dechappages», con una scarpa e una ciabatta. Ovvero, con una gomma anteriore, detta soft, ma in realtà super-soft, con carcassa a fili metallici, e una posteriore medium, con il “kevlar” del 2011, ma con mescola praticamente soft.


Più squilibrio e più ribaltone di così il grande manipolatore non poteva ottenere dai suoi succubi fornitori anti-progressisti.

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