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Addio all'allenatore Gigi Simoni

Gigi Simoni era il classico calciatore che in carriera non ha mai vinto tanto e che, Inter e Napoli a parte, non ha mai guidato grandi squadre o vinto trofei importanti ma era stimato dai giocatori e rispettato dagli avversari

Addio all'allenatore Gigi Simoni

Ha giocato accanto a Luigi Meroni, ha allenato Ronaldo e sfiorato uno scudetto con l’Inter. Gigi Simoni era il classico calciatore che in carriera non ha mai vinto tanto e che, Inter e Napoli a parte, non ha mai guidato grandi squadre o vinto trofei importanti ma era stimato dai giocatori e rispettato dagli avversari.

La carriera da calciatore di Gigi Simoni

Simoni nel ’59 ha iniziato a battere i campi da calcio col Mantova allenato da Edmondo Fabbri che proprio in quegli anni arriva in Serie A. Nel ’61 passa al Napoli che, pur militando nella serie cadetta, vince il primo trofeo della sua storia, la Coppa Italia. Dopo essere tornato al Mantova per due stagioni, nel ’64 va al Torino dove, come abbiamo scritto, gioca accanto a Luigi Meroni e segna10 gol nella prima stagione. In un’intervista alla Gazzetta rivelerà che, da ragazzo, tifava proprio per il grande Torino: “Il primo amore è stato il Grande Torino che ho visto da bambino con mio papà. Poi ho giocato nel Toro con Meroni, quando ci chiamavano “i Luigi d’oro” e per questo seguo con simpatia il Torino, anche perché Cairo è sempre stato molto affettuoso con me.”, dirà. Da calciatore, nel ’67, raggiunge l’apice della carriera dopo essere stato ingaggiato dalla Juventus ma con i bianconeri Simoni non brilla e resta soltanto una stagione collezionando appena 11 presenze. Trascorre tre stagioni col Brescia e tre col Genoa, ottenendo con entrambe le squadre la promozione in Seria A. La sua carriera da calciatore termina nel ’74, a 35 anni, con 368 partite e 62 gol (187 presenze e 32 reti in A).

Le prime esperienze da allenatore

Simoni, appesi gli scarpini al chiodo, inizia subito la carriera d’allenatore sulla panchina del Genoa ottenendo la promozione nella massima serie nel ’75-’76 ma anche una retrocessione dopo due stagioni. La sua seconda avventura si svolge nel Brescia, squadra con cui vince il campionato di B nella stagione ’79-’80. Negli anni ’80 Simoni ritorna sulla panchina del Grifone che riporta in A, salvo poi retrocedere nell’ ’83-’84 ma resta sempre nel cuore dei tifosi gialloblu tanto da essere inserito nella Hall of fame del Genoa. Dal 1984 al 1990 Simoni allena per non più di una stagione solo squadre di serie B: il Pisa (che porta in A per ben due volte), la Lazio, di nuovo il Genoa e, infine, l’Empoli e il Cosenza. Negli anni ’90 guida la Carrarese dalla C2 alla C1 ma soprattutto diventa l’allenatore della Cremonese, squadra che allena per quattro anni vincendo nel ’93 il torneo Anglo-italiano dopo aver battuto in finale gli inglesi del Derby County per 3 a 1.

Simoni sulla panchina di Napoli e Inter

Nel ’96 viene chiamato dal presidente Corrado Ferlaino per guidare la panchina del Napoli e, fino a Natale, resta al secondo posto dietro la Juventus. In primavera, invece, avviene il tracollo e Simoni viene esonerato ma il ricordo che lui avrà di Napoli resterà sempre ottimo. “Lì l’affetto non è paragonabile: quando tornavo a casa trovavo quasi sempre una busta con dentro del pesce fresco, omaggio dei pescatori”, racconterà il coach intervistato dal Fatto Quotidiano per i suoi 80 anni. Nel ’97 Simoni viene ingaggiato dall’Inter e qui, grazie alle prodezze del neoacquisto Ronaldo, vince la Coppa Uefa battendo la Lazio in finale ma perde lo scudetto a vantaggio della Juve, complici alcuni errori arbitrali proprio nello scontro diretto.“Lo può definire rimpianto, dolore, ingiustizia subita. Come vuole. La sostanza è solo una: sono passati vent’anni ma quel rigore su Ronaldo non lo dimentico”, dirà il tecnico al Fatto. Il 30 novembre 1998 viene insignito del premio panchina d’oro ma la vittoria in Champions League contro il Real Madrid non gli basta per evitare d’essere esonerato. Simoni lascia i nerazzurri dopo 11 partite con un bilancio di 5 vittorie, 2 pareggi e 4 sconfitte. Nel ’99 la sua vita privata viene toccata dalla tragica morte del figlio, scomparso a soli 33 anni dopo un grave incidente stradale.

Gli ultimi anni di vita di Simoni

Le ultime esperienze da allenatore di Simoni si consumano a Piacenza, Torino, CSKA Sofia, Ancona (promossa in A), poi ancora il Napoli e, infine, il Siena nella stagione 2004-2005. In totale, nella sua carriera, il tecnico originario di Crevalcore, in provincia di Bologna, ha raggiunto il record di 8 promozioni nei campionati professionisti (7 dalla B alla A e una dalla C2 alla C1 con la Carrarese). Dal 2006 Simoni ricopre il ruolo prima di allenatore e, poi, di direttore tecnico della Lucchese, squadra che all’epoca militava in C1. Nel 2009 assume la carica di direttore tecnico del Gubbio dove nel 2012 ritorna a fare l’allenatore a seguito dell’esonero di Fabio Pecchia. Nel 2013 diventa direttore tecnico della Cremonese e nel giugno dell’anno successivo presidente della stessa fino al 2 giugno 2016 quando Michelangelo Rampulla prende il suo posto. Il 22 giugno 2019 Simoni, colpito da un ictus, viene ricoverato in gravi condizioni. A marzo, dopo lo scoppia della pandemia da coronavirus, era stato dimesso dalla clinica che lo aveva in cura e ha continuato a lottare da casa tra la vita e la morte, senza mai riuscire a ristabilirsi.

Nelle ultime ore, a seguito di un improvviso peggioramento, è stato portato all'ospedale di Lucca dove è deceduto, avendo accanto a sé, fino all'ultimo, la moglie Monica.

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