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Alonso, sette giorni di visioni ma la realtà è una doccia fredda

nostro inviato a Monza

Sette giorni. Sono esattamente sette giorni che Fernando Alonso da Oviedo è preda di visioni. E con lui la Ferrari. Il presidente Montezemolo. Il gran capo in pista Stefano Domenicali. Anche Felipe Massa ha le visioni. Ha persino scoperto di essere quasi tornato il pilota che era. Sette giorni di visioni perché podi, pole e belle imprese sembrano a portata, sembrano cosa quasi fatta e invece non se ne fa niente. Domenica scorsa a Spa, Alonso, scattando quinto, prometteva a se stesso e alle truppe di rosso vestite gradini nobili da calpestare durante la premiazione e invece ecco prima l'aviatore Grosjean sulla sua testa, invece ecco poi Vettel a far festa sul podio che poteva essere suo, secondo dietro al vincitore Button. Sette giorni di visioni perché venerdì qui a Monza, con la Ferrari munita di pacchetto aerodinamico preparato appositamente per la gara nel parco, Alonso ha capito subito che avrebbe lottato facile per la pole, «auto stabile, piacevole da guidare». Solo che la mattina il motore e al pomeriggio i freni e il cambio hanno fatto vacillare alcune certezze e però «erano pezzi sperimentali, meglio si rompano oggi che domani» ha subito cercato conforto per sé e le truppe l'Alonso comandante. Sette giorni di visioni perché il domani di cui parlava venerdì è ormai ieri, perché qualcosa si è rotto pure di sabato, Q3, dopo aver dominato Q1 e Q2, dopo aver appena sgasato il giusto per tirare la volata a Felipe Massa, «ma che succede? Ho forato?» ha domandato e urlato via radio, «no, ma c'è un problema» gli hanno risposto i ragazzi di rosso vestiti. Barra antirollio, zona sospensione, zona sfiga e similari, «pezzo da un euro» faranno sapere poi.
Dunque puff, pole svanita, pole illusione, pole visione che sembrava in tasca ed è finita in altre tasche. Visione perché lo spagnolo si ritrova decimo con davanti persino Vettel lento e mai veramente in partita; si ritrova decimo con tutti i rivali mondiali davanti eccetto Webber; si ritrova decimo «quando invece sarebbe stata la pole più facile da ottenere di tutta la stagione perché guardate i tempi, avevo fatto 24 e 100 con le gomme dure e la pole di Hamilton è 24 netto con le gomme morbide…».
Per cui Massa a difendere i colori della Rossa, là in seconda fila, terzo tempo, lato pulito della pista, pronto a incunearsi fra i due galletti della McLaren, Hamilton in pole, Button voglioso di pirlare il compagno alla prima chicane. Per cui Alonso di nuovo in mezzo al traffico, peggio che a Spa, per di più con kamikaze Kobayashi davanti. E questo per non parlare di Webber, mai troppo gentile quando ha poco da perdere e molto da guadagnare. Per cui dice questo l'Alonso, dice e promette che non mollerà, anche se «avevamo la chance di aumentare il vantaggio sui diretti rivali, anche se così alcuni di loro potranno guadagnare su di me. Però non penso che i guai avuti in questo week end possano essere ricollegati ad un'accelerazione nello sviluppo della vettura, perché non si tratta di pezzi su cui ci eravamo spinti all'estremo… No, quel pezzo rotto è stato solo una brutta casualità, perché è da quindici anni che in Ferrari non accadeva nulla a un particolare simile… Comunque questa domenica sarà un giorno perfetto per rimontare, l'impresa si può fare, ci credo al cento per cento, sia io che Felipe possiamo recuperare posizioni al via. Sì, voglio rimontare anche se non posso promettere alla gente che lotterò per la vittoria, non voglio illuderli».
Ci mancherebbe. Sette giorni di visioni hanno lasciato il segno. Per cui Fernando sta schiscio anche se sa che la F2012 è davvero buona, sa che Massa là davanti può creare scompiglio, sa che se non gli piombano in testa piloti volanti può scattare bene, sa che Vettel è in mezzo alle scatole ma non sembra far paura qui a Monza, sa che quanto successo a Valencia, «Sebastian e Hamilton davanti e poi ho vinto io» può succedere di nuovo. Però, ammettiamolo, passare nella stretta e veloce Monza è cosa difficile parecchio, tanto più che nelle ultime dieci occasioni in otto ha vinto chi partiva dalla pole. «Però credo che in un campionato, alla fine, fortuna e sfortuna si bilancino. Credo che siamo davanti nel mondiale non per fortuna ma perché abbiamo lavorato bene, credo che in futuro le sfortune avute a Spa domenica scorsa e i guai tecnici di questi giorni, possano riguardare altri».

É una speranza, non deve essere un'altra visione.

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