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Anche Babbo Natale ha una squadra. E gioca a pallone a 30 gradi sotto zero

Il Fc Santa Claus di Rovaniemi gioca nella serie B finlandese, al Circolo polare artico, e indossa i colori bianco e rosso. Ha vinto un solo trofeo in venticinque anni di storia, la Coppa del sole di mezzanotte, ma ha tifosi in ogni angolo di mondo

Babbo Natale ha una sua formazione in Lapponia che gioca a pallone
Babbo Natale ha una sua formazione in Lapponia che gioca a pallone

Non è una delle più forti squadra del mondo, però è una delle più famose, anche se gioca nella serie B finlandese e per vederla giocare bisogna raggiungere il circolo polare artico. Famosa, a dire il vero, più per il nume protettore, Babbo Natale in persona, che per i risultati calcistici. La serie A è ancora un miraggio per l’Fc Santa Claus, cioè la «Babbo Natale Football Club», nonostante, si presume, molti tifosi l’abbiano chiesta in regalo nella letterina di Natale. Un club comunque che non ha l’età del Babbo, la cui ispirazione pare sia San Nicola, vescovo di Myra e protettore di Bari, vissuto tra l’anno 270 e l’anno 343, ma molto più giovane. É nato infatti nel 1993, quest’anno ha fatto quindi 25 anni, ed è il risultato della fusione tra il Rovaniemen Reipas e Rovaniemen Lappi football club, due formazioni piccole piccole di Rovaniemi, paese di 60mila abitanti e capitale della Lapponia. In bacheca, a parte la promozione nella Ykkonnen Liig, cioè la serie B finlandese, hanno finora un solo trofeo che, detto così, ha la sua poesia: la Midnattsolscupen, la coppa del Sole di Mezzanotte vinta nel 1994. Ma nel 2010 ha rischiato il fallimento. Così a due passi dal villaggio di Napapiiri dove c’è la casetta di Babbo Natale, c’è anche la sua squadra di calcio che ovviamente gioca con i colori bianco e rosso e ovviamente fa posto nella foto ufficiale di inizio campionato a Babbo Natale che compare anche nello stemma ufficiale del club impegnato a scrivere con la sua penna d’oca. La promozione del posto funziona da sempre: nel 1950 fu Eleanor Roosevelt, vedova del presidente americano della Seconda guerra mondiale, a far visita al villaggio che i nazisti avevano distrutto. Dato che le autorità del posto non avevano nulla da farle vedere costruirono una casetta apposta per l’ex first lady per permetterle almeno di ammirare il Circolo poalre artico. Che oggi, allargandosi un po’, è diventato un centro commerciale con tanto di ufficio postale per le letterine, sito per le renne e scuola per elfi. E ogni anno mezzo milione di turisti arriva qui per vivere la suggestione del posto, senza contare il milione di lettere e cartoline che bambini spediscono da ogni angolo di mondo. Qui la squadra la chiamano soltanto «Santa», l’ultimo campionato sono arrivati secondi a cinque punti dall’Ols, il problema semmai è la temeperatura del posto che tocca in trenta gradi sortto zero, anche se poi si gioca solo nei mesi, per così dire, caldi da giugno a novembre. Lo schema tattico della squadra, manco a dirlo, è quello prediletto anche da Carletto Ancelotti: l’albero di Natale. E nessuno si sogna di cambiarlo...

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