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Anche al Giro c'è un caso Var Viviani punito, volata a Gaviria

L'olimpionico cambia direzione e danneggia Moschetti Nessuno fa reclamo, ma la giuria interviene ugualmente

Anche al Giro c'è un caso Var Viviani punito, volata a Gaviria

Orbetello È sottile il confine che separa la vittoria dalla sconfitta. È soprattutto difficile digerire due cocenti sconfitte pur sapendo di essere il più forte. A Fucecchio Elia Viviani sbaglia a prendere la ruota di Fernando Gaviria. Come un giocatore di roulette mette la fiche sul numero 211, quello del colombiano, che il campione d'Italia battezza come il più veloce, peccato che non sia in grande giornata (chiuderà 4°) e a batterlo è il campione di Germania Ackermann, lesto e bravo ad anticipare la volata, ma è evidente che il più veloce è Elia.

Ieri sul traguardo di Orbetello Viviani non ha avversari. Vince con autorità e forza, ma commette l'errore di fare un cambio di direzione negli ultimi 200 metri ai danni del giovanissimo Matteo Moschetti, il 22enne velocista milanese della Trek-Segafredo. Il cambio di direzione c'è, ma è chiaramente involontario e non cattivo, il collegio di giuria (il presidente è un olandese, Martijn Swinkels) e il Var (il croato Bruno Valcic) la pensa diversamente. Non è sufficiente essere il più forte, bisogna essere anche perfetti.

«È difficile sorridere o essere felice quando a un amico succede una cosa del genere. - commenta il colombiano della Uae Team Emirates al termine della cerimonia di premiazione. - Elia è un corridore e una persona giusta, corretta, fa le cose come si deve sia in gara che fuori, mi spiace gli sia successo questo. Anche rivedendo le immagini per me non ha sbagliato nulla e meritava la vittoria. Anzi, questa vittoria è assolutamente di Elia».

Siamo al paradosso assoluto. Moschetti, che sarebbe il danneggiato, non reclama, non dice nulla e in pratica non ha nessun tipo di beneficio se non quello di fare un passo in avanti nell'ordine di arrivo: da 5° a 4°. Ma il punto più importante è il cambio di gestione in questo tipo di situazioni. Fino a un anno e mezzo fa, prima dell'era Var, toccava al corridore danneggiato a fare reclamo, e ricorrere al collegio di giuria.

Oggi né Gaviria né Moschetti hanno detto nulla, ma il Var ha agito in completa autonomia: semplicemente folle. In una volata ci sono mille contatti, mille irregolarità.

Non siamo in una pista di atletica dove ci sono le corsie, si pretende di cambiare la storia e le dinamiche del ciclismo con un condizionamento sempre più evidente da parte dell'arbitro: questo, personalmente, non lo considero un passo avanti.

Vince Gaviria quindi, alle sue spalle il francese Demare e al tedesco Ackermann. Per il resto tanta Italia: 4° Moschetti, 5° Nizzolo, 6° Mareczko, 7° Cimolai, 8° Belletti e 10° Modolo. Nella generale non cambia nulla. In maglia rosa sempre lo sloveno Primoz Roglic, che precede di 19 il britannico Simon Yates e di 25 il nostro Vincenzo Nibali.

Oggi quarta tappa, da Orbetello a Frascati. Per Viviani sarà la volta buona?

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