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Andreas, figlio di Michael ma per tutti Laudrup

Andreas, figlio di Michael ma per tutti Laudrup

Quando i tuoi famigliari possono vantare un palmares complessivo di 27 trofei vinti - tra cui 2 Champions League e un campionato europeo - nonché un totale di 202 presenze in nazionale, la prima cosa a cui pensi prima di scendere in campo è nascondere un cognome tanto pesante. Fatica sprecata, come potrebbe facilmente testimoniare Andreas Laudrup. Una volta entrato nella cantera del Real Madrid, il giovane figlio d'arte ha provato a farsi chiamare Retz, usando il cognome della madre, oppure semplicemente Andreas, utilizzando lo stesso trucco tentato anni prima a Barcellona da Jordi Cruijff. Niente da fare: per tutti è sempre stato un Laudrup. Ovvero il figlio di Michael, miglior giocatore danese di sempre, campione d'Europa con il Barcellona e del mondo con la Juventus (suo il 2-2 a Tokyo contro l'Argentinos Juniors); ma anche il nipote di Brian, campione d'Europa nel '92 con la Danimarca e nel '94 con il Milan, e di nonno Finn, nazionale danese a cavallo tra gli anni Sessanta e i Settamta.
Quella dei Laudrup è una famiglia calcistica giunta oggi alla terza generazione, della quale Andreas è l'esponente più dotato. Se infatti il fratello Mads gioca in Islanda e il cugino Nicolai nella B danese, lui quest'anno ha debuttato in Champions League - a vent'anni di distanza da quando papà Micheal sollevava la coppa vinta con il Barcellona ai danni della Sampdoria - dopo aver contribuito la scorsa stagione alla vittoria del Nordsjælland in campionato. Proprio Laudrup junior è stato uno dei marcatori nel 3-0 all'Horsens che ha ufficializzato il primo titolo nella storia di questo giovane club, nato nel 2003 con lo scopo di rappresentare l'intera regione del Sjælland - la più grande isola della Danimarca - e che oggi vanta 57 club satellite.
Piede mancino, movenze agili ma concretezza ancora da affinare, Andreas Laudrup predilige giocare nel ruolo di ala, dove può sfruttare al meglio le sue propensioni offensive. E' tornato al gol venerdì scorso contro il Silkeborg interrompendo un digiuno che durava dalla prima di campionato, datata 16 luglio. Ma rispetto allo scorso anno sta faticando di più a trovare un posto fisso nel 4-3-3 di mister Hjulmand. "Colpa" dell'olandese Joshua John, arrivato in estate e subito in gol a ripetizione, con una media superiore a una rete a partita. Contro la Juventus potrebbero però scendere in campo entrambi, ai lati opposti del tridente.

Uno spicchio del passato (paterno) che per il giovane Laudrup, seguito dal Chelsea, potrebbe valere il futuro.

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