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Apparecchio e talento Matilde, la baby Serie A che ha stregato il basket

Gioca nel Costa Masnaga. Nell'ultima partita ha segnato 21 punti. E sua sorella gemella...

Apparecchio e talento Matilde, la baby Serie A che ha stregato il basket

In un minuscolo paesino del lecchese c'è una bambina che sta sbalordendo tutti. Gioca con le bambole? Macché, lei manda in bambola le altre, le avversarie, tutt'altro che bimbe loro, e ci riesce facendo una serie di finte e andando a canestro con una facilità tale che molti dei presenti alle partite rimangono di sasso, increduli, stupefatti di fronte a tanta meraviglia sul parquet. E chiedendosi sbalorditi: da dove è sbucata questa ragazzina terribile con l'apparecchio ai denti che riesce ad intimorire rivali fisicamente il doppio di lei? Con quella faccia che non lascia trasparire alcuna emozione, sabato scorso la 14enne Matilde Villa del Costa Masnaga ha segnato in Serie A, nel derby lombardo contro il Geas, la bellezza di 21 punti (con 6/8 da due, 2/5 da tre e 3/4 ai liberi). Sono numeri da fuoriclasse per una giocatrice navigata, figuriamoci per una bimba del 2004 (compirà 15 anni il prossimo 9 dicembre). «Sì, però peccato, alla fine abbiamo perso» sbotta inconsolabile, «avrei preferito segnare anche solo cinque punti ma almeno vincere quella partita».

Non c'è che dire: Matilde, 6 mitica. Come la protagonista del film diretto da Danny De Vito che racconta la storia di una bambina con dei poteri magici e dotata di un'intelligenza straordinaria e precoce. La conferma delle eccezionali doti cestistiche di Matilde arriva direttamente dal suo coach, Paolo Seletti: «La forza tecnica di Mate (il suo soprannome, ndr), è che possiede una varietà di soluzioni offensive notevole, ma soprattutto ha l'audacia e la capacità di applicarle tutte in situazioni di gioco. Di solito i giocatori conoscono 15 movimenti e ne usano 5. Lei ne conosce 25 e ne usa 25. Il che la rende totalmente imprevedibile».

Il bello della storia, comunque, è che non finisce qui. Perché Matilde, in realtà, non è l'unica giocatrice di talento della famiglia e in A1. Ci sarebbe anche Eleonora, la gemella omozigote che ha scelto anche lei la pallacanestro ed è molto brava ma non può giocare in campionato insieme con la sorella perché per regolamento è consentito schierare solo un'under 16. «Le due gemelle - racconta il padre - già da piccole erano degli spiriti liberi. All'inizio, difatti, hanno provato di tutto: dalla danza classica, ma erano sempre troppo agitate, al nuoto, dal calcio allo sci; ma per fortuna alla fine hanno scelto la pallacanestro che è la mia passione». Poi, aggiunge: «È uno spettacolo vederle giocare a pallacanestro. Sprizzano gioia da tutti i pori: corrono, pressano, insomma sono instancabili. Penso che anche per gli altri sia una gioia vederle giocare. Ed è questa la cosa che mi fa più piacere. Che si divertano. Che sia in Serie A o al campetto sotto casa. Dove spesso vanno a giocare con gli amici del fratello. Ah, a proposito: se la cavano anche con i maschietti». Mamma Nadia è invece la meno sportiva della famiglia, ma, confida, «non pensavo di ritrovarmi a seguire questo sport. Mi ritrovo accerchiata (ride, ndr)». Le chiediamo quale sia il segreto di Matilde. «È un tipo irrefrenabile, vivrebbe di sport tutto il giorno. Qualsiasi sport. Non a caso, ha scelto come scuola il liceo scientifico-sportivo. Questa scelta la sta aiutando tanto, perché ha dei professori più comprensivi visto che è spesso in trasferta, anche all'estero, per impegni di club e nazionale. Per lo studio, comunque, non devo sollecitarla, mi dice mamma stai tranquilla, e infatti ha ragione lei perché ha un'ottima media così come la sorella che però ha scelto il liceo scienze umane.

Matilde è così, solare e determinata: mi ricordo che in tre anni di scuole medie, ogni volta che organizzavano la campestre lei usciva di casa per vincere, parole sue, e immancabilmente tornava a casa con il trofeo del primo posto».

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