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Gli arbitri armati di Var uccidono il calcio

Gli arbitri armati di Var uccidono il calcio

Il caldo fa cattivi scherzi. La Juventus prima corre e poi nuota nell'afa di Parma tornando ai vecchi difetti, football parrocchiale, errori infantili, totale assenza di un'idea. Non posso credere che sia dovuto all'assenza in panchina di Sarri perché dovrei chiedermi che cosa abbia capito il suo assistente o vice Martusciello. Capita al debutto, altre grandi le hanno buscate in giro per l'Europa ma di certo questa Juventus, uguale a quella premercato, non ha dato segni di miglioramento se non nella prima parte, roba piccola per chi vuole vincere ancora e tutto. Segnalo che si è appalesato nella fase finale tale Rabiot proveniente da Parigi, pagato zero al club francese ma versati milioni otto o dieci alla madre Veronique per convincerlo al trasloco. Rabiot è sembrato un turista da spiaggia, se ci fosse stato Sarri in campo lo avrebbe rimandato sotto la doccia per il comportamento indisponente. Dettagli di una prima che offre ai campioni i tre punti. Il calcio vero è tornato con la solita comica del Var che ha tolto a Ronaldo un gol per questioni di omero, una virgola, un centimetro. Gli arbitri, i loro capi, da Collina a Nicchia, da Rizzoli a Busacca, dalla Fifa all'Aia stanno uccidendo il gioco e non possono capirlo perché nulla hanno a che fare con il football se non per carrierismo. Penso a quante storie sarebbero cambiate in questo secolo, quanti gol sarebbero stati annullati e quanti arbitri non sarebbero entrati nella cosiddetta letteratura calcistica, da Concetto Lo Bello a seguire, tutta roba annullata da queste tecnologie che non aiutano ma intossicano. Eppoi, se avessero davvero voglia e coscienza, di cambiare e migliorare il gioco basterebbe trasferire la goal technology al fuori gioco, si è in off side non per una testa, per un ginocchio, per un braccio ma perché si è al di là, totalmente, dell'avversario come accade, appunto per la palla che supera la linea bianca.

Ma è chiedere troppo per chi sta ammazzando il gioco delegittimando il proprio mestiere.

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