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Arbitri, Collina, il Var: la crociata di Agnelli

Il presidente della Juve e dei club europei sveglia l'Uefa. E sdogana l'importanza della moviola

Arbitri, Collina, il Var: la crociata di Agnelli

nostro inviato a Madrid

Nella lunga notte bianconera del Bernabeu, l'Italia ha scoperto di avere un dirigente all'altezza, in grado di rappresentarla. Andrea Agnelli. Se non altro per la capacità di mantenere l'equilibrio, anche se a caldo è stato sferzante nei confronti del designatore arbitrale dell'Uefa, di quel Pierluigi Collina che «è vanitoso, e va cambiato». Parole dure, forse anche stonate per quanto dirette e dette da chi riveste il duplice ruolo di presidente della Juventus e dell'Eca (l'associazione dei club europei). Però, inserita in un discorso più articolato, questa puntura assume altra valenza.

«Gli italiani restano interdetti per come si comportano fin troppo rigorosamente gli arbitri con i nostri club: Juve, Roma, Milan e Lazio. Avendo un designatore italiano, la necessità di imparzialità diventa quasi una difficoltà», la riflessione di Agnelli. Il richiamo ai torti subiti in ordine sparso dalle nostre società in questa stagione europea è un'esplicita assunzione di responsabilità e di difesa del calcio italiano nei confronti dell'Europa, come non se ne vedevano da anni. Una presa di posizione forte, riempita di autorità e autorevolezza se detta da chi ha vinto sei scudetti di fila. E dall'alto della presidenza dell'Eca. Potrebbero esserci strascichi disciplinari (deferimento?) e qualche imbarazzo a livello politico. Nulla importa ad Agnelli che, poco incline a compromessi di comodo, quando intraprende una strada la percorre fino in fondo.

Ma il presidente della Juventus non si è limitato alla critica, comunque pacata nei toni: è stato anche costruttivo con la proposta di «sostituire ogni tre anni il designatore, ruotandolo con le varie nazionalità. Così si eliminano quelle sensazioni che hanno avuto le squadre italiane». Nel mirino c'è prima di tutto Collina e non perché fece annegare la Juve a Perugia. E poi c'è il discorso della tecnologia. Agnelli non ha usato mezzi termini: «Il processo di introduzione della Var nelle coppe va accelerato». Non è una questione di lungaggine burocratica che spesso inceppa i meccanismi di cambiamento perché con il presidente dell'Uefa Ceferin «l'intesa è totale, lo dimostra l'intesa sul cambiamento delle regole sui trasferimenti a gennaio. È bastata una chiacchierata per trovare una soluzione velocemente».

Anche in coda alla lunga notte del Bernabeu, Agnelli resta convinto che l'episodio del rigore Benatia-Vazquez sia «a mio giudizio un errore. L'arbitro è quello che va a casa più deluso». Ma il presidente della Juventus ha avuto anche la conferma di aver costruito una squadra adatta «per queste partite. Dico che ci sono due squadre superiori a noi, tre alla pari e trentamila inferiori». E ai giocatori non ha detto niente «perché questi momenti ognuno li vive a modo suo». Piuttosto il monito guarda già avanti: «Bisogna tenere alta la concentrazione, perché abbiamo due obiettivi estremamente importanti». Scudetto e coppa Italia.

«Il tempo delle riflessioni arriverà più avanti».

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