Sport

Arbitri picchiati e maxi sanzioni. Eppure non basta

Squalificata una squadra intera tra i dilettanti tedeschi. Ma anche da noi troppe aggressioni

Arbitri picchiati e maxi sanzioni. Eppure non basta

Non è bastato nemmeno il pugno di ferro. Non per il momento. La scorsa settimana in Germania aveva fatto scalpore la decisione del giudice sportivo di squalificare, quasi per intero il BV Altenessen. Sono ben i 12 giocatori del club tedesco che sono stati sospesi per un anno, ai quali vanno aggiunti altri tre, che saranno indisponibili per due stagioni. Il tutto è dovuto a una rissa scoppiata lo scorso 13 ottobre, quando un arbitro è stato aggredito al termine della partita della Kreisliga C (la nostra Promozione) fra il BV Altenessen e il Barisspor: il direttore di gara, in seguito alle botte ricevute, aveva perso un dente e lamentava forti dolori al ginocchio. Il messaggio di intolleranza non è però ancora stato assimilato.

Nei giorni scorsi infatti un altro arbitro, sempre in Germania, è stato picchiato con un ombrello in seguito alla decisione di assegnare un rigore, in pieno recupero, alla squadra ospite durante una partita di quinta categoria. Serve un'altra squalifica esemplare, e servirebbe in tutto il mondo, per mandare un segnale forte. Le aggressioni ai direttori di gara, infatti, travalicano i confini tedeschi: nel novembre del 2018 Riccardo Bernardini, arbitro 24enne, è stato aggredito da alcuni tifosi della Virtus Olympia San Basilio. Per le botte prese il direttore di gara è svenuto e, in una pozza di sangue, è stato rianimato dall'intervento di Yuri Alviti, noto esponente della Curva Nord della Lazio e presente al campo in quanto preparatore atletico del Torrenova (i rivali del San Basilio).

Sta facendo discutere, inoltre, la storia di Elena Proietti, attuale assessore allo sport di Terni, che nel 2014 venne aggredita durante la partita di Prima Categoria Real Quadrelli-Trevana. Nel tentativo di porre fine a una rissa, l'allora direttrice di gara ricevette un pugno che le causò danni permanenti a un occhio e a un orecchio. Per aver parlato ai media senza l'autorizzazione dell'Aia alla Proietti è stato tolto il tesserino. Anche se l'Aia stessa precisa di aver prima dato tutta l'assistenza possibile, poi di averla inserita, come da richiesta, tra gli arbitri associativi e dunque di aver disposto il ritiro della tessera a seguito di dichiarazioni considerate diffamatorie. Tragico invece un precedente avvenuto in Brasile nel 2013, quando un arbitro 20enne venne decapitato dai tifosi dopo che aveva accoltellato un giocatore nel tentativo di difendersi da un'aggressione della squadra di casa. Serve l'antibiotico contro questo preoccupante virus che si è propagato nel calcio: chi intimidisce o aggredisce l'arbitro viene squalificato.

Fosse pure una squadra intera.

Commenti