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Avvisate l'Uefa: la Super Lega è già realtà

Avvisate l'Uefa: la Super Lega è già realtà

L a Super Lega europea c'è già. Eccola, in passerella con la Champions League agli ottavi di finale. Sedici squadre in rappresentanza di cinque Paesi, tutti di primo censo, Spagna, Inghilterra, Francia, Germania e Italia. Fuori il resto del continente vecchio, nessuna gloria per portoghesi e olandesi, nessuno spazio per belgi e slavi di ogni tipo. Avvisate Ceferin e il resto della comitiva Uefa che protegge la casa di vetro ormai scheggiato. Non c'è formula che tenga, le migliori vanno avanti e queste migliori rappresentano, appunto, i campionati che raggrumano i migliori calciatori, i maggiori interessi, le potenze economiche che dominano il mercato. L'uscita dell'Ajax è un colpo al cuore per quello che la squadra aveva saputo offrire nell'ultima edizione ma è, al tempo stesso, la conferma che nessuno vive di rendita e il Valencia ha fatto meglio, perché allenato da una Liga che ha contenuti e stimoli diversi da quelli del torneo olandese. Dunque la grande riforma o rivoluzione, voluta dai vip del football europeo, Agnelli e Perez per chiarire i cognomi, è già in atto, senza dovere, per il momento, ribaltare le regole e il cosiddetto format. Restano in gioco i club più illustri, fatta eccezione per l'Inter che si è fatta male da sola permettendo ai tedeschi di Dortmund di proseguire negli ottavi. Le altre squadre da podio ci sono tutte, inglesi e spagnoli e tedeschi presenti da sempre e come sempre, l'Italia è andata oltre le previsioni, tre su quattro grazie al colpo di scena, non trattasi di miracolo, dell'Atalanta Bergamasca che potrebbe rappresentare una mina vagante per chiunque. I sorteggi di lunedì prossimo apriranno nuovi giochi e pronostici, si possono prevedere abbinamenti sfarzosi, fatta eccezione per il Lione e l'Atalanta, tutte le altre quattordici sono da finale. Si preannunciano incassi ricchissimi e giri di affari sontuosi, tutto quello che desiderano i fautori della Super Lega europea.

All'appello manca una sola voce: quella degli arbitri che restano sulla loro isola privilegiata, tra un Var e una designazione politica, ultimi e unici rappresentanti di Paesi scomparsi dal tabellone.

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