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Baby russe che fanno per 4. La parità dei sessi è di ghiaccio

Trusova e Shcherbakova, pronte a stupire Torino con un salto quadruplo che sembrava esclusiva degli uomini

Baby russe che fanno per 4. La parità dei sessi è di ghiaccio

È una sfida al limite. L'impresa non è soltanto vincere una medaglia, sbaragliare la concorrenza mondiale e soprattutto quella interna, più temibile. Ma significa scucire ancora una volta quel margine estremo che separa il possibile dall'impossibile, ciò che spetta agli uomini e ciò che possono fare le donne: spingere l'orlo di separazione un centimetro più in là, mezzo giro di lama, per confermarsi le più grandi quadrupliste della storia.

Torino torna al centro del pattinaggio sul ghiaccio continentale dopo le Olimpiadi del 2006 e i Mondiali del 2010 con la Finale del Grand Prix ISU, in programma dal 5 all'8 dicembre, proprio nel momento di una sperimentazione in atto, un'era nuova per lo sport che unisce qualità acrobatiche e bellezza. Una trasformazione guidata da due piccole russe che a ogni gara scavalcano le frontiera del pattinaggio artistico femminile: Alexandra Trusova detta Sasha e Anna (Anya) Shcherbakova, le prime quadrupliste seriali della storia rosa del ghiaccio, attesissime nel singolo. Entrambe quindicenni, compagne di allenamento a Mosca, campionessa e vicecampionessa junior in carica, sono alla prima stagione senior nonostante gli orsacchiotti portafortuna a bordo pista. Capelli lunghi fin quasi alle ginocchia, sembrano creature a metà strada tra la realtà e la favola: una è la Rapunzel bionda che pattina sulle musiche di Games of Thrones (l'anno scorso su quelle di Kill Bill) l'altra la fatina sottile che presenta programmi da giocoliera, cambiando colore d'abito durante l'esibizione. Entrambe hanno valicato il confine femminile dei quadrupli, i salti a quattro avvitamenti in aria, finora prerogativa degli uomini (con l'eccezione, lo scorso anno, di una loro compagna di allenamento ora infortunata). A Torino scenderanno dunque in pista tutti i sei migliori classificati delle tappe di qualificazione: gare rapide con un solo gruppo di concorrenti per le categorie di singolo e coppie, senior e junior, una sorta di mini Olimpiade con Yuzuru Hanyu, due volte oro ai Giochi, la coppia francese che incanta formata da Gabriella Papadakis e Guillaume Cizeron, e soprattutto le pioniere del nuovo mondo.

Di Sasha una fan su youtube ha scritto che pattina come dovesse ogni volta guidare una rivoluzione: è arrivata al record dei quattro quadrupli in un programma libero, durante il recente Japan Open. Anna ha più doti interpretative ed è stata la prima, a tredici anni appena compiuti, a osare il quadruplo in allenamento, riuscendo a completarlo con un triplo toe-loop in combinazione: sette giri in un battito d'ali di farfalla. Subito dopo una brutta frattura alla gamba la costrinse a quasi un anno di fermo, ma Anna è tornata con prepotenza alle gare portandosi a casa il titolo di campionessa nazionale senior a 14 anni. In entrambe le qualificazioni a Torino del Grand Prix, ha atterrato due quadrupli lutz.

Facile dire che sono l'antiKostner. Non è proprio così, perché le due quadrupliste vengono dalla scuola russa di Mosca di Eteri Tuberidze, dove l'eccellenza atletica si associa a un laborioso studio di transizioni nelle coreografie e alzare l'asticella del limite è una pratica quotidiana. Una neo-quadruplista di 13 anni, Kamila Valieva, gareggerà a Torino in categoria junior. Sulla scia di questa spinta inarrestabile, il tentativo del quadruplo al femminile sta oltrepassando i continenti: a Torino ci proveranno anche una giapponese tra le senior e un'americana nelle junior.

Ma le due A, Alexandra e Anna, sono le prime, le rompighiaccio. È naturale che a una ragazzina di quindici anni non si può chiedere l'interpretazione di una donna. Le quad queens, come le chiamano sui social, sono però qualcosa di diverso, non di opposto: l'emozione, nel loro pattinare, è data dalla sfida al limite, che loro portano avanti con abnegazione e senza zone oscure. È capitato di vedere Sasha stremata a fine gara in Giappone dopo aver atterrato il suo tris di quadrupli: mostrava al mondo il viso dell'eroina che aveva affrontato i suoi fantasmi, e questo basta a una parte di fan di questo moderno pattinaggio dei miracoli per inchinarsi di fronte a tanta sfrontatezza. «Mi spaventa di più l'aereo», scherza la più grande pattinatrice volante del mondo.

Della stessa scuola fa parte anche un terzo talento in pista a Torino: Alyona Kostornaia, la più elegante delle tre mini russe, sedici anni. La sua arma è un triplo axel da leggenda. Alyona mostra la regalità di alcune pattinatrici del passato unita a una consistenza atletica che impressiona. Potrebbe anche battere le due sorelle di allenamento, perché ha già in mano il carisma dell'artista. Quali saranno le atlete che andranno ai Giochi Olimpici di Pechino 2022 sarà poi un problema della Russia, dal momento che i posti a disposizione saranno soltanto tre. Come sarà un problema mantenere campionesse di lunga durata queste bambine scavalcate in pochi mesi per abilità da altre bambine, come è accaduto alla vice campionessa olimpica Evgenia Medvedeva, e ora anche alla medaglia d'oro di Pyeongchang Alina Zagitova, anche lei in gara al Palavela.

Una frontiera prima proibita è stata valicata con grande celerità. La differenza, oltre a un rapporto peso-potenza che equivale a certe meraviglie di natura che durano pochi giorni o pochi attimi, sta nella parola crederci e forse, anche, nello sguardo impunito che le due stravaganti messaggere di un'altra galassia esibiscono spesso ai Kiss and Cry l'angolo dove si attende il punteggio. Un sorriso che dice: benvenuti nel mondo dell'impossibile. Sasha ha spiegato in un'intervista: «Saltare un quadruplo significa semplicemente aggiungere un giro in più». Gareggiare con i maschi? Certo che le piacerebbe, ha risposto con una presunzione divertita. Anna, meno impertinente: «Non credo che sarà mai possibile. Ma sono contenta che mostriamo che siamo in grado di fare i quads». E non importa se la loro danza durerà poche stagioni, o forse, si spera, no. Non importa il tempo.

Adesso sono loro a guidare la rivoluzione.

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