Sport

Da Balo a Icardi: Inter per scacciare il suo tabù

L'ultimo successo a Bergamo con Mancini: "Ora servono sei vittorie di fila"

Da Balo a Icardi: Inter per scacciare il suo tabù

nostro inviato ad Appiano G.

Mancini non ci aveva pensato ed è difficile credere che, a quel punto, la sua contraerea scaramantica non abbia fatto capolino. La domanda subdola, ma avvelenata per i cultori della scaramanzia, diceva così: «Mancini ricorda chi sia stato l'ultimo tecnico nerazzurro a vincere a Bergamo?». Attimo di suspence. Eppoi, siccome non è fesso, la risposta più ovvia. «Sono stato io? Non sapevo, volete dire dal 2008 quando segnarono Balotelli, che giuocava da esterno sinistro, e Viera?». Ecco, appunto. Ovvero quando l'Inter era in testa al campionato e nelle successive sei partite realizzò tre successi di fila, una sconfitta, un pari e il successo scacciapaura a Parma, con le due reti di Ibrahimovic che portarono lo scudetto ed evitarono la beffa della Roma. Sembra preistoria guardando l'Inter e la classifica di oggi. Meglio l'Inter dei giovani, ieri approdata alla finale (col Verona) del torneo di Viareggio battendo (4-0) la Roma, guarda, guarda.

E l'Atalanta bestia nera, accompagnata dalle reti di Denis e Bonaventura che sono stati i più accurati martirizzatori delle speranze interiste negli anni, mantiene la fama che non vorrà smentire. Partita con gli ultras al bando, tribune vuote ma libro pieno di ricordi. All'andata l'Inter rifilò due gol con Osvaldo e Hernanes. Oggi la situazione è meno verde speranza: due soli successi in trasferta, 9 reti appena in 11 partite esterne. L'Atalanta è tosta per natura («Non merita questa classifica»), non ha mai perso nelle ultime 4 gare casalinghe e il dato si scontra con le necessità nerazzurre. «Se vinciamo tutte le partite da qui alla fine, riusciamo ad entrare in zona Champions». E l'osservazione di Mancini spinge a credere che il sogno sia sfumato. «Anche se bisogna crederci sempre, finchè c'è speranza. Intanto dovremmo cominciare a vincerne sei di fila». Il conto fa la differenza 7 anni dopo: a quella Inter bastarono sei incontri per vincere lo scudetto, qui solo per evitare un bilancio meno deficitario.

Mancini si augura di giocare tante partite da qui a maggio e nel pensiero include la possibilità di andare avanti in Europa League. Ma avverte che oggi non dovranno pensare all'Europa. «Quattro giorni bastano per recuperare». Dunque dentro i migliori. Icardi sicuro, è l'unica certezza. «Spero continui a fare gol». E se non esulta? «Pazienza, se segna due reti a partita a me va bene lo stesso». Lui consiglia ma preferisce veder fatti. E nemmeno lo preoccupa la tranquillità del suo centravanti. «Mai visto non tranquillo, difficilmente si preoccupa: credo sia la sua forza».

Meglio tenerselo buono, sottintende Mancio che, invece, ha speso parole incoraggianti per Kovacic. «Non ha un ruolo ben definito. Potrebbe giocare alla Pirlo ma è ancora giovane: davanti alla difesa serve una testa diversa». Rassicuranti su Podolski che dovrebbe partire titolare: «Sta migliorando fisicamente». E mette un freno all'ottimismo su Brozovic, anche per rispetto ad un vecchio amico. «Ho sentito dire che sembra Stankovic. Aspettate, ce ne vuole ancora. Spero diventi più bravo, per ora siamo fermi a cose buone».

E all'idea che questi ragazzi aiutino l'Inter a vincere qualche partita in più.

Commenti