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Barella e Kean, la baby Italia cresce

Battuta la Finlandia. Lo juventino secondo goleador più giovane della storia azzurra

Barella e Kean, la baby Italia cresce

Il motore azzurro è ripartito con la Nations League, la benzina «verde» dell'ultima generazione ha fornito segnali di incoraggiamento per il futuro e continua a darli. Ma quella di Udine resterà soprattutto la notte del «predestinato», l'italo-ivoriano Moise Kean che fa impazzire Roberto Mancini e che è lo specchio più lucente delle nuove leve. La rete dello juventino diventa la seconda più «giovane» nella storia azzurra dopo Nicolé (gol alla Francia a 18 anni e 258 giorni) e prima di Rivera (a segno con la Turchia con dodici mesi in più sulla carta d'identità).

È la notte delle prime volte: il primo gol azzurro di Nicolò Barella, un altro virgulto in crescita, capace di segnare in azzurro con dieci mesi di anticipo rispetto a Gigi Riva; la prima da titolare con gol per Kean; la prima del baby romanista Zaniolo con la nazionale dei grandi nel finale di gara, lui che fu chiamato da Mancini quando ancora non aveva debuttato in serie A.

Diciamo che prendersi i tre punti con la Finlandia era per la truppa di Mancini l'imperativo categorico, sia per la differenza tecnica e di ranking delle due nazionali sia per avviare nella maniera migliore il percorso verso Euro 2020. La vittoria è arrivata e stavolta segnando finalmente due gol come era accaduto solo nella prima gara dell'era Mancini (l'amichevole di San Gallo con l'Arabia Saudita). Dieci le reti segnate finora dall'Italia, altrettanti marcatori diversi. E potevano anche essere di più se il redivivo ma sempreverde Quagliarella, buttato nella mischia negli ultimi 13 minuti, non avesse centrato l'incrocio dei pali.

L'Italia cerca il bel gioco, è abile nel palleggio soprattutto in mezzo dove Jorginho e Verratti esercitano un buon possesso palla - anche se il calciatore del Chelsea commette qualche errore di troppo - Ma gli spazi concessi dai finlandesi sono pochi ed ecco che il tridente d'attacco arricchito dal baby juventino, pur regalando i consueti movimenti che non danno punti di riferimento agli avversari, fatica molto. Kean resta a lungo troppo defilato sia a destra che a sinistra ma cresce con il passare dei minuti, Bernardeschi esce qualche volta fuori dal gioco, Immobile - continuamente richiamato da Mancini per i suoi movimenti sbagliati - resta intrappolato tra le strette maglie finniche anche se combatte con ardore. Chiellini più di Bonucci fornisce passaggi ai compagni anche se il secondo regala un paio di verticalizzazioni che rischiano di sorprendere la pure ordinata difesa finnica (in una di queste, Bernardeschi viene toccato in area da Väisänen e meriterebbe il rigore, ma il Var non esiste nelle latitudini delle qualificazioni europee).

Insomma, dominio azzurro, sprazzi di bella Italia con veloci verticalizzazioni e le progressioni di Kean. Barella è il migliore degli azzurri e non solo per il gol con un forte destro di controbalzo sporcato da Väisänen. L'Italia si allunga un po' a metà della ripresa mentre va a caccia della rete della sicurezza, così il bomber finlandese Pukki e Lod si procurano due occasioni pericolose. E questo diventa il momento più complicato della notte friulana, superato con la giocata di Kean. Il «predestinato» per eccellenza in un gruppo dove in molti possono guardare con fiducia al futuro in azzurro. Vince l'Italia del talento e della gioventù, Mancini in prospettiva può sorridere: «Gara non facile, loro si sono chiusi subito, ma dopo aver iniziato un po' contratti nel secondo tempo abbiamo fatto meglio.

Kean? Aveva sempre sette giocatori intorno, ma nel complesso ha fatto una buona partita».

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