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Bayern, tre ex al veleno per una vendetta Real

Heynckes, Robben e James hanno un motivo in più per cancellare la beffa di un anno fa

Bayern, tre ex al veleno per una vendetta Real

Bayern Monaco batte Real Madrid 3-1. Non è il pronostico della partita di stasera, ma la conta degli ex di turno. Quasi tutti avvelenati, con l'eccezione di Toni Kroos, che lasciò la Baviera di sua spontanea volontà, un anno dopo aver sollevato la Champions League sotto la guida di Jupp Heynckes. Proprio il tecnico che si ritroverà contro stasera, e che a 72 anni suonati punta a battere il record detenuto da Raymond Goethals quale allenatore più vecchio ad aver guidato una squadra alla vittoria della coppa dalle grandi orecchie (il belga aveva 71 e 231 giorni quando, nel 1993, la vinse con l'Olympique Marsiglia).
Un caso curioso, quello di Heynckes, che ogni volta in cui ha vinto la coppa Campioni, ha poi lasciato la squadra. Al Bayern nel 2013 lo fece per far posto a Guardiola, già prenotato dai tedeschi un anno prima; nel 1998 invece il Real Madrid lo licenziò a fine stagione, complice la brutta annata nella Liga, che nemmeno l'alloro internazionale (1-0 alla Juventus, gol di Mijatovic) riuscì a far digerire. Parlare di vendetta a quasi vent'anni di distanza fa sorridere, ma è innegabile che per il tedesco quella contro i blancos non è una sfida come le altre.

Il tempo lenisce tutte le ferite, materia quest'ultima in cui è particolarmente ferrato Arjen Robben, ceduto nel 2009 dal Real Madrid al Bayern dopo due stagioni altalenanti e, soprattutto, piene di problemi fisici, che gli erano costati l'appellativo (già comunque in voga ai tempi del Chelsea) di campione di cristallo. Non se ne voleva andare, l'olandese, ma per il Real la fragilità del suo fisico non valeva più la pena dell'investimento. In Germania invece, grazie all'ottimo lavoro dello staff medico e ad alcuni accorgimenti (postura, dieta), Robben ha giocato - e vinto tantissimo, restando fermo ai box molto meno tempo di quanto ci si aspettava da un giocatore etichettato come injury prone.

L'ex più recente è tuttavia il colombiano James Rodriguez, che il 18 aprile 2017 sedeva in panchina nella partita di ritorno del quarto di finale tra Real e Bayern, vinta dagli spagnoli tra mille polemiche, su tutte l'espulsione di Vidal e la prima rete di Cristiano Ronaldo segnata in fuorigioco (CR7 ne avrebbe poi fatte altre due ai supplementari). James, acquisto galactico di Florentino Perez dopo il Mondiale 2014, era progressivamente scivolato ai margini della squadra, e con Zidane non trovava il feeling giusto. Quella Champions, vinta in finale contro la Juventus, era pochissimo sua. Così in estate il Real Madridlo ha ceduto in prestito proprio al Bayern, per 13 milioni (più 42 di riscatto) e, una volta tornato Heynckes, il colombiano è rinato, con 6 gol e 10 assist in Bundesliga, più la seconda media voto più alta di tutta la compagine bavarese. Gli manca solo il gol in Champions.

Rompere il digiuno questa sera, per lui, non avrebbe prezzo.

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