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Benevento da incubo Lucioni trovato positivo

In sei giorni dai 10 gol subiti al doping Il capitano nei guai: colpa del medico?

Sergio Arcobelli

Piove sul bagnato per la matricola Benevento. Dopo le 10 reti subite in tre giorni e lo zero nella casella dei punti in classifica adesso ci si mette anche il doping, o comunque una vicenda alquanto controversa che ha coinvolto il capitano Fabio Lucioni, colonna della squadra e protagonista della cavalcata che ha portato i campani dalla Lega Pro alla serie A.

Già convocato da mister Baroni per la trasferta di Crotone, una vera e propria sfida salvezza, il 29enne difensore umbro è stato raggiunto dalla notizia della positività a un controllo antidoping del 10 settembre, subito dopo la gara persa per 1-0 con il Torino. La sostanza incriminata è il «clostebol», uno steroide anabolizzante che ora potrebbe costargli una squalifica da uno a quattro anni. Lucioni, reduce tra l'altro da un autogol nella partita persa 0-4 con la Roma, non ha messo in dubbio il fatto ma ha proclamato la sua innocenza chiamando in causa il medico sociale: «Mi limito a dire di aver esclusivamente seguito le sue prescrizioni e di aver esclusivamente assunto, in totale buona fede, farmaci terapeutici da lui indicati».

Un pasticcio, insomma, questa la tesi difensiva ribadita anche dal presidente del Benevento. Rintracciato da Sky, il presidente del club campano si è detto «sbalordito, perché conosco Lucioni e so che è attento a tutto, anche a quando beve un bicchiere d'acqua. È un giocatore di 29 anni che è arrivato in serie A dopo 15 e in un caso del genere bisogna stare attenti a parlare di doping. Abbiamo parlato con lui e abbiamo ricostruito che probabilmente si è trattato di una pomata utilizzata per curare una escoriazione riportata in allenamento. Non ricordo il nome ma è una pomata che si vende liberamente in farmacia: noi siamo una società che rispetta le regole, ma allo stesso tempo mi sembra impossibile che questo possa essere considerato doping».

In attesa di capirne di più, il nome di Lucioni si aggiunge a quelli di altri calciatori più o meno illustri trovati positivi all'antidoping: da Maradona a Peruzzi e Carnevale, da Couto e Davids a Bachini, Blasi, Flachi e Borriello.

Di recente, invece, è toccato a Lorenzo Di Livio, figlio di Angelo trovato positivo a un metabolita della cannabis, beccarsi 5 mesi di stop.

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