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«Big Sunday» a San Siro Dalla Champions alle Oaks

Dettori vuol portare Dylan Mouth al bis nel Gran premio Milano e poi sbancare anche la grande classica riservata alle femmine

Filippo Grassia

"Big Sunday": migliore etichetta non poteva essere coniata per la più importante giornata di corse in programma domani all'ippodromo del galoppo di San Siro con il Gran Premio Milano, le Oaks d'Italia, il Premio Carlo Vittadini, due listed race e altro ancora, Il montepremi, nonostante gli affanni del settore, sfiora il milione di euro solo per i tre eventi di maggiore pregio che porteranno a San Siro oltre 10mila spettatori. «A poche ore dalla consegna della Champions League, i riflettori si riaccenderanno su San Siro per rafforzare quella contiguità fra calcio e ippica che ha sempre fatto parte della cultura sportiva a Milano. Non c'è niente di casuale in questa programmazione, l'abbiamo voluta fortemente per dare continuità alla finale della massima competizione europea e ci siamo riusciti con un pomeriggio di livello assoluto», afferma Stefano Marzullo, ad della Società Trenno che gestisce gli ippodromi di Milano e Montecatini. Un connubio di fatto che non s'è espresso solo con l'esposizione in anteprima della coppa dalle grandi orecchie nell'ippodromo, ma anche con l'utilizzo delle strutture appartenenti all'ex pista del trotto, adiacenti allo stadio Meazza, da parte dell'Uefa. «È anche il segno - ha aggiunto Marzullo - di come l'ippodromo voglia aprirsi alla città. Non a caso, nell'ambito di "Green City", le nostre aree hanno ospitato, per così dire, il fuori salone del verde».

Ma veniamo ai due principali appuntamenti. Il Gran Premio Milano è una corsa storica, e non solo perché domani festeggia la 127ma edizione. L'albo d'oro fa venire i brividi solo a leggerne i nomi dei vincitori più prestigiosi: Nearco, Tenerani, Ribot, per non parlare di Tony Bin, autore d'una magnifica doppietta negli anni 80, e di Falbrav o Electrocutionist per venire ai giorni nostri. In pista purosangue di 4 anni e oltre in un alternarsi di generazioni che fa di questi gp qualcosa di unico nel panorama internazionale. Gli occhi saranno puntati su Dylan Mouth che cerca il bis e sarò montato da un mostro sacro come Frankie Dettori, 46enne milanese, figlio del grande Gianfranco. A priori un binomio imbattibile. In 12 corse disputate in Italia il sauro, figlio di Dylan Thomas e Cottonmout, cinque anni, ha ottenuto 11 vittorie e un secondo posto. A giocargli contro il fatto di rientrare in gara dopo una pausa di 6 mesi. A rendergli la vita difficile ci sarà Circus Couture, sauro di 4 anni, compagno di scuderia, l'Effevi, vincitore ad aprile del Premio Ambrosiani. Occhio poi a Victory Song, che si trova alla grande sulle lunghe distanze, e a Touch of Genius, baio irlandese che corre per una scuderia ceca, capace di vincere all'esordio il Premio Cavalchina a San Siro. Debuttanti assoluto in Italia i tedeschi Lovato e Novano oltre al francese Taratchi.

Ed eccoci alle Oaks d'Italia, la corsa regina per le migliori purosangue di tre anni che possono partecipare a questa prova di 2.200 metri una sola volta nella carriera. Di tutto rispetto il montepremi di 407mila euro, il più alto dell'anno per una singola corsa. Le Oaks d'Italia, caratteristica più unica che rara, si sono svolte ininterrottamente dal 1910, anche durante gli anni della Prima e Seconda guerra mondiale. La corsa è particolarmente attesa da proprietari e allevatori perché permette di valutare e selezionare le migliori femmine ai fini della valorizzazione delle genealogie. Sarebbe sorprendente se non vincesse Responsibleforlove, allevata in Irlanda, arrivata in Italia grazie alla Razza Latina di Cristiana Brivio Sforza e ora in comproprietà con la statunitense Team Valor, anche perché avrà come fantino Lanfranco Dettori.

Fra l'altro potrà contare sulla compagna di scuderia Extremely Vintage.

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