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Boban e Maldini, il piano di Elliott non li convince: «Visioni diverse»

E Pioli attende a dire sì alla Samp perché se il Milan...

Franco Ordine

Dal profilo di Suso, il più discusso del Milan di Giampaolo: «Meritate di più ma fidatevi di noi» il messaggio dello spagnolo rivolto ai tifosi che hanno salutato il 2 a 1 di Genova non come lo scampato pericolo ma addirittura come la conferma del fanatismo zelante del tecnico Giampaolo, dell'immaturità di alcuni esponenti (Calabria) e dell'assenza del gioco richiesto e promesso a inizio stagione. È per questo motivo allora che le voci riferite all'insoddisfazione del club a proposito del lavoro di Giampaolo sono tornate di grande attualità così da trasferire all'esterno l'impressione che nelle prossime ore ci sarà bisogno di più accurate riflessioni prima di richiudere definitivamente la porta all'ipotesi di un cambio della panchina. Da Genova, fronte Sampdoria, si è poi appreso che il tentennare di Stefano Pioli ad accettare al volo la proposta di sostituire Di Francesco è legato proprio a una telefonata di marca milanista ma resta in piedi anche l'ipotesi di un posibile ritorno di Gattuso.

D'altro canto il risultato capovolto in pochi minuti grazie al contributo di Leao (pupillo di Boban) e Paquetà, rimasti in panchina (quest'ultimo «perché non inquinato dalle sconfitte precedenti» la spiegazione postuma di Giampaolo a proposito del brasiliano), è uno dei motivi del dissenso aperto. Maldini e Boban sono per l'utilizzo a pieno regime dei nuovi arrivati, il tecnico non vuole scaricare esponenti più datati come Biglia e Piatek apparso scarico come un cellulare abbandonato da mesi. Perciò, tornando a quel che scrive Suso, è solo una questione di fiducia. Che non si fidino più di Giampaolo ne è conferma indiretta ciò che è accaduto a Marassi tra il primo (Maldini rimasto negli spogliatoi) e secondo tempo (Boban via dalla tribuna al momento del rigore parato da Reina), segnale di una grande tensione, non gestita da campioni reduci da mille battaglie ancor più importanti della sfida di sabato sera col Genoa.

E la diversa visione della strategia complessiva da applicare al Milan non riguarda solo lo staff tecnico arruolato qualche mese fa e il ticket che si è occupato del mercato. Un accurato servizio del Financial Times sul club rossonero e il fondo Elliott ha riportato d'attualità attraverso un paio di frasi di Maldini e Boban il dissenso tra il piano industriale imposto dal fondo (acquistare solo giovani da valorizzare con prezzi e stipendi contenuti) e i propositi delle due glorie rossonere.

A dire il vero entrambi, Boban e Maldini cioè, non hanno mai nascosto la fragilità inevitabile del piano varato dall'azionista. Nell'occasione hanno soltanto ripetuto il loro punto di vista. Boban dal suo canto ha spiegato: «Noi vorremmo vincere subito, l'azionista guarda al futuro. Abbiamo due visioni diverse».

Maldini pescando dalla sua esperienza passata ha aggiunto: «Nessuna squadra, fatta di giovani, ha mai vinto la Champions».

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