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Bonucci: "E crediamo nel triplete"

«Il cambio modulo ci ha resi più europei. Dani Alves? Extraterrestre»

Bonucci: "E crediamo nel triplete"

Dalla tribuna del Dragao, dove era stato spedito per punizione lo scorso 22 febbraio dopo un furibondo battibecco con Allegri, alla gratificazione di essere stato nominato miglior difensore del mondo dal quotidiano britannico «Telegraph».

Cosa si prova a qualificarsi per la seconda finale di Champions in tre anni?

«È splendido, ma ora il sogno deve completarsi. Non basta arrivare a Cardiff: dobbiamo portare a casa la coppa».

È vero, come ha detto Dybala, che già accarezzavate la possibilità di farcela nel corso della tournée estiva in Australia?

«Confermo».

Le differenze rispetto al 2015?

«Due anni fa eravamo una sorpresa. Forse eravamo noi i primi a stupirci di essere giunti fino a Berlino. Quest'anno abbiamo una consapevolezza, una voglia e una fame diverse. Tutto è cresciuto con il passare dei mesi, dopo avere dimostrato sul campo di essere una grande squadra».

Si dice che il centrocampo di allora con Marchisio, Pirlo, Pogba e Vidal - fosse meglio di quello attuale.

«Era grandioso, ma questo non è da meno con Khedira, Marchisio e Pjanic. C'è solo da andare a Cardiff e fare la partita più bella della storia della Juve».

Come si devono vivere i 23 giorni che mancano al match?

«Non commettendo quei piccoli errori che possono costarti cari. Domenica dobbiamo andare a Roma per chiudere il discorso campionato e mercoledì vincere la Coppa Italia: poi ci concentreremo su Cardiff, la partita più bella dell'anno».

Dediche nel caso andasse bene?

«Al capitano (Buffon, ndr), alla società e ai tifosi».

Quando avete iniziato a credere di arrivare in fondo a tutte le competizioni?

«Il cambio di modulo ci ha dato la consapevolezza di essere una squadra più europea, a patto di sacrificarci tutti. Da questo punto di vista siamo diventati più squadra. E con le qualità che abbiamo, davanti riusciamo sempre a fare almeno un gol».

Che tipo è davvero Dani Alves?

«Un extraterrestre, perché solo un grande calciatore e un professionista serio può cambiare il suo modo di giocare per adattarsi al nostro come ha fatto lui. Ci ha portato esperienza ed entusiasmo: ha impiegato un po' di tempo per capire il calcio italiano e quello della Juventus, ma adesso ha raggiunto livelli irreali».

Doveste vincere lo scudetto domenica e la Coppa Italia mercoledì, vi è già stato vietato di festeggiare per non perdere la concentrazione?

«No. Intanto pensiamo a portare a casa questi due trofei.

Poi credo proprio che ci si potrà lasciare andare un attimo: l'importante sarà ricollegare subito il cervello per portare a casa questa benedetta Champions».

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