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Bonucci rivede la Signora. Allegri ritrova Gattuso. Riscopriamo Juve-Milan

Lontani in classifica, ma nel 2018 è una sfida alla pari. La prima di Leo allo Stadium da ex

Bonucci rivede la Signora. Allegri ritrova Gattuso. Riscopriamo Juve-Milan

nostro inviato a Milanello

Un trampolino Champions. È il senso di Juventus-Milan. Perché i bianconeri devono vincere per restare in testa al campionato, ma anche per presentarsi nel migliore dei modi alla sfida contro il Real Madrid di martedì. I rossoneri devono fare l'impresa all'Allianz Stadium e ci credono, perché tra quattro giorni saranno invece impegnati nel recupero di campionato con l'Inter: un derby che può valere la grande Europa. Venticinque punti di differenza in classifica fanno pensare a una sfida senza storia. Ma c'è un'altra classifica che ristabilisce l'equilibrio: nel 2018 Juventus e Milan viaggiano a braccetto. Nelle ultime dieci giornate i rossoneri hanno raccolto tre punti in meno della capolista, ma hanno una partita in meno, appunto il derby di mercoledì.

Dunque Juve-Milan con vista Champions. Ci saranno sfide nella sfida: Buffon e Donnarumma, Higuain e Cutrone o Andrè Silva; Dybala o Suso; la regia di Pjanic o Biglia. Il centrocampo farà come sempre la fortuna: con il forfait di Mandzukic sarà un «tre contro tre» in mezzo.

E poi c'è la partita nella partita: quella di Leonardo Bonucci il grande ex, che proprio in una notte di Champions, quella di Oporto passata sullo sgabello, iniziò a pensare di lasciare la Signora. Dopo sette anni e sei scudetti. Leo in rossonero si è sciacquato la bocca, la sua tipica esultanza, una sola volta e quasi senza volerlo (gol di schiena contro il Crotone), farlo stasera sarebbe la chiusura perfetta del cerchio. Dopo aver saltato l'andata, ritroverà la sua banda (Buffon, Barzagli e Chiellini) come l'ha chiamata Allegri e non potrà rimanere immune dalle emozioni. Una separazione che all'inizio ha fatto male a tutti. Bonucci è stato messo addirittura in discussione dopo che si era presentato come uno che sposta gli equilibri e si era preso la fascia di capitano. Con l'anno nuovo si è ritrovato. In parallelo la difesa della Signora ha avuto la stessa storia. Orfana di Leo, all'inizio ha preso tanti gol, poi nel 2018 in dieci partite non ne ha incassati. «Il calcio è bello perché quando è partito Leo la difesa era indebolita perché avevamo perso un grande giocatore, soprattutto negli equilibri di un reparto collaudato», ammette Allegri, che su una cosa vuole essere chiaro sul celebre sgabello: «L'ho fatto per il suo bene e della squadra. Rancore non ce n'è. Né da parte mia né da parte sua, abbiamo un ottimo rapporto. Poi lui ha preso una decisione diversa, che non mi aspettavo». Gattuso, che Bonucci lo allena adesso, invece taglia corto: «È la prima volta che torna a Torino, ma l'ho visto concentrato». E anche l'allenatore rossonero qualche problemino con Allegri l'ha avuto: «Arrancavo. Max aveva ragione a non farmi giocare. Gli ho chiesto scusa e da tre anni c'è un grande rapporto». Mentre Allegri rivela: «Prima dell'ultimo derby gli dissi che doveva andare in tribuna... Era imbufalito... Lo volevo nel mio staff, lui ha voluto continuare, ma ha smesso subito».

E adesso si ritrovano di fronte tutti e due a giocarsi tanto. «Dopo la Spal i bonus sono finiti» dice Max; «Non possiamo fallire», risponde Rino. I complimenti se li sono già fatti. Inizia Allegri: «Rino da allenatore si è rimesso in discussione, c'è solo da fargli i complimenti. Ha dato ordine e carattere alla squadra». Gattuso risponde: «A Max invidio la bravura. Quando vai a studiare la Juve non ci capisci nulla, cambia spesso faccia. È una vera squadra italiana. I bianconeri ti danno la sensazione che non sudino, puoi star lì un giorno e fargli il solletico». Stasera Max e Ringhio si stringeranno la mano, Leo farà «palla o campo» con Gigi.

È un Juve-Milan da Champions.

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