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Bormio non vuole la discesa: Natale è per i turisti

Prati verdi e cielo blu, la bellezza della montagna autunnale è al suo massimo splendore, la stagione estiva è finita e in paese regna la tranquillità. Ma è solo apparenza. A Bormio in certe stanze di potere si respira un'aria tutt'altro che serena. La notizia è fresca, per qualcuno una doccia fredda per nulla benefica. Era da mesi che si sentiva parlare del tira e molla per la gara di coppa del mondo di fine dicembre, la discesa maschile sulla pista Stelvio che, da ieri è ufficiale, nel 2014 non si farà. Sul calendario di coppa, Bormio è in realtà ancora presente, la data del 28/12 è però affiancata dalla sigla TBC, che non è quella di una grave malattia ma sta per " to be confirmed ". E la conferma dovrebbe arrivare, o meno, il 30 settembre a Zurigo, dove la federazione internazionale si riunirà per definire gli ultimi dettagli sulla stagione di coppa, che come sempre prenderà il via il 25 e 26 ottobre a Soelden, Austria, con due slalom giganti.

Ma torniamo a Bormio e alla sua discesa, che la società degli impianti non vuole più, o perlomeno non più a fine anno, quando la chiusura della pista di gara e di quelle che la incrociano, riduce l'offerta per i turisti. I pro e i contro su questa decisione si sprecano, ognuno dice la sua e tutti sembrano avere almeno un po' di ragione; ciò che stupisce è il fatto che mentre ci sono stazioni sciistiche che da anni si battono per entrare nel ristretto ed esclusivo club delle località che ospitano la coppa (solo per restare in Italia la Valle d'Aosta è tristemente fuori dal giro da oltre vent'anni), Bormio si permette il lusso di dire no. No alla gara più ambita, la discesa maschile, una delle più spettacolari del circuito, seguitissima in tv proprio perché si svolge a fine anno, periodo in cui molti sono in vacanza.

E proprio qui sta il punto della contesa. Bormio vorrebbe sì la gara, ma non durante le vacanze di fine anno, quando gli alberghi dovrebbero in ogni caso riempirsi e la coppa del mondo non attira molti clienti in più se non gli addetti ai lavori, che in effetti si fermano pochi giorni per un mordi e fuggi che agli albergatori dà solo fastidio. E la promozione indotta, il prestigio? Non rientrano nei conti, non riempiono le casse e molti fanno finta di non accorgersi che se Bormio è quotata a livello internazionale è anche grazie alla coppa del mondo.

Purtroppo sembra un altro caso all'italiana: qualcuno parla di questo no come un tentativo per far aprire le casse a Provincia e Regione per sovvenzionare l'evento. Soldi insomma, e come stupirsi? La domanda però è un'altra: come mai in Austria le gare di fine anno (femminili peraltro) sono ambitissime e vengono addirittura alternate fra due località (la bellissima città di Lienz, Tirolo orientale, e Semmering, la montagna dei viennesi) che nei due giorni di gara si riempiono di turisti e fanno affari d'oro? E come mai invece al parterre di Bormio (e in genere di tutte le gare italiane) ci sono sempre pochi appassionati, perché non si è capaci di "creare" l'evento, attirando anche persone che di sci e coppa del mondo non sanno nulla?

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