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Del Bosque non si fida "L'Italia non è soltanto difesa"

A pochi giorni dall'ottavo di finale contro gli azzurri parla il ct della Spagna. "Non c'è alcun risultato sicuro"

Del Bosque non si fida "L'Italia non è soltanto difesa"

Italia e Spagna si presentano agli ottavi di finale con una sconfitta nell'ultima partita. Indolore per gli azzurri, mentre alle furie rosse è costata il primo posto. Non solo, la Spagna si porta dietro anche qualche problema ambientale. Il caso De Gea per un presunto coinvolgimento in uno scandalo sessuale, il dito medio durante l'inno di Piquè, l'inquietudine di Pedro per il poco spazio avuto, la rimonta della Croazia. Ma Vicente Del Bosque non si lascia scalfire: "Sono moderatamente ottimista come sempre. Non ci siamo creduti chissà cosa né ci siamo rilassati, come dimostra la formazione andata in campo con la Croazia". Infatti, tre partite, tre formazioni identiche. La Spagna non ha segreti almeno nei nomi. Al contrario dell'Italia che ha fatto giocare ventidue giocatori. Il ct dei campioni d'Europa in carica non vuol sentire parlare di presunzione e assicura che non ci sarà sottovalutazione del prossimo avversario. "Gli azzurri sono molto bravi difensivamente ma l'Italia ha anche giocatori d'attacco - spiega Del Bosque -. Ha ottimi giocatori di fascia, due attaccanti e di fatto quattro difensori, con tre centrali e De Rossi inamovibili. I suoi centrali fanno molto bene perché si conoscono molto". Quattro anni fa fu la finale. Nessun paragone. Sono due squadre trasformate nei nomi e nel gioco. L'Italia non ha più il trequartista e punta sulla difesa a tre. Del Bosque spiega com'è cambiata la Spagna: "Nel 2012 abbiamo giocato senza attaccanti di ruolo, con più centrocampisti, ma in quattro anni le cose cambiano, il gruppo cambia". Adesso c'è un Morata in più e un Pedro scontento ma ripreso "le sue parole non mi sono piaciute".

Però non si prescinde dal tiqui-taca: "Quando non abbiamo la palla soffriamo, quando ce l'abbiamo, stiamo meglio. Ci sono cose sulle quali bisogna essere costanti e testardi, non è una questione di inflessibilità ma di avere un'idea in testa". Non cambia la filosofia sui rigori dopo l'errore di Sergio Ramos. "Ho scelto di lasciar decidere i giocatori sui rigori, è un segnale di forza". Nessun rimpianto per il ko con la Croazia che l'ha fatto finire nella parte di tabellone più difficile: "Siete sicuri che la Germania batterà la Slovacchia? Non c'è alcun risultato sicuro".

Involontariamente un invito a crederci all'Italia.

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