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Briciole e mal di pancia per la Ferrari La vetta per Rosberg

Vettel da ultimo a 5°, Kimi 4° e polemico con la strategia. Nico vince e torna leader

Briciole e mal di pancia per la Ferrari La vetta per Rosberg

Il Circus è felice. Negli ultimi giri Daniel Ricciardo ha condiviso parte del suo naturale sorriso con i presenti sulle tribune e i presenti sul divano. Erano tutti con la faccia di Daniel. Felici ed esultanti. Come le tv del mondo con i telecronisti che si stropicciavano gli occhi increduli e commossi all'idea di poter commentare qualcosa che lontanamente si avvicinasse all'aggettivo emozionante. Potenza di un possibile sorpasso. Potenza di una manovra, di qualcosa, anche solo di un'illusione. Perché alla fine questo è stata. Un'illusione. L'australiano ha chiuso comunque secondo. Niente da fare nonostante la sosta in più e il passaggio a supersoft contro Rosberg primo dall'inizio alla fine, rimasto sui due pit (con soft) e che sì, sul momento ha temuto qualcosa ma poi si è limitato a controllare la rimonta dell'australiano. Vittoria numero otto dell'anno per lui. E per la Mercedes la quattordicesima stagionale. Ergo, due in più di Lewis, ieri terzo e fuori forma per tutto il week end di Singapore. Talmente fuori forma che il compagno è riuscito nel controsorpasso in classifica e ora, forte della statistica che dice nessuno mai con otto successi ha poi perso il mondiale, è tornato avanti proprio di otto punti. Un segno del destino.

Tutto questo mentre altrove c'è chi dice «la squadra ha lottato al massimo e i due ragazzi hanno fatto benissimo» e «vorrei sottolineare la prova di Kimi che ha compiuto un grande sorpasso su Hamilton in pista» e «Sebastian ha realizzato un recupero pazzesco...». Parole firmate Arrivabene che vien da pensare ma diamine, la Ferrari allora ha finalmente vinto! Mica vero. La Ferrari è arrivata quarta con Kimi Raikkonen che ha gli zebedei in giostra con il team per una sosta che non avrebbe voluto fare o fare prima, e quinta con Seb Vettel che gli zebedei li aveva in giostrissima sabato per un giro in più su tre ruote che non avrebbe voluto fare. Comunque la si rigiri, un insuccesso. Però con quel che passa il convento e soprattutto vista l'attenzione smodata della iella nei confronti delle truppe rosso vestite (la barra antirollio posteriore rotta sabato sulla SF16H di Vettel), comprensibile la soddisfazione di Arrivabene che per fortuna precisa anche «la Ferrari che vorremmo sempre vedere è quella vincente, però, considerando il sabato e le posizioni in griglia, la squadra ha lottato al massimo...».

Vero. E anche il mal di pancia di Kimi è discutibile. Hamilton dopo il terzo pit al 45° su supersoft era all'arrembaggio, non è detto che Raikkonen restando in pista, anziché fotocopiare la strategia dell'inglese passando però il giro dopo su ultrasoft, avrebbe poi conservato il podio su cui in quel momento si trovava.

Ma tant'è, sono cose piccole di una piccola Ferrari e forse di piloti che non sono così grandi come credevamo. Vietato infatti spellarsi le mani per la gara di Vettel da ultimo a quinto con davanti un esercito di non macchine. Ha fatto quel che doveva guidando la terza monoposto più forte del lotto. «So che la nostra posizione non è quella immaginata dai tifosi» dirà Seb. «Loro hanno poca pazienza e io pure. Tutti vogliamo vincere. E stiamo facendo progressi, anche se a volte sembra il contrario.

Io credo in questa squadra e credo nella Ferrari». Ma siamo sicuri che ora sia altrettanto vero il contrario?

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