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Il calcio reale e la fake news dei guru della panchina

Il bel calcio esiste se i giocatori sono di qualità e alzano il valore. Lo dicono campionato e coppe, lo conferma la buona stella

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C'è qualcosa che non quadra nel nostro pallone. Non solo oggi. Da anni ci vien spiegato il bello dello schema e del calcio estetico e magari ci dicono: guardate i campionati esteri. Non c'è limite per i nuovi profeti della panca. Inaffondabili. Eppure, leggendo la classifica, tenendo occhio sulle coppe, si rischia di andare in confusione.

L'Europa sta rivalutando squadre e panchine senza distinzione di gioco o non gioco, difese toste o simil gruviera. E, in serie A, tirano la fila tre tecnici non assimilabili ai profeti. Per bontà definiti: vecchia guardia. Simone Inzaghi ora è un guru, ma l'anno passato di questi tempi era sull'uscio di casa. Allegri comunque si giri viene criticato. E Pioli, in fin dei conti, ha vinto uno scudetto e conquistato una semifinale Champions in tre anni. Invece quelli bravi, gli inaffondabili che «basta lo schema» sono là dietro, seppur subiscano meno pressioni che a Milano o Torino. Magari sbarellano se perdono un uomo di classe com'è capitato al fantastico Sarri, uscito maltrattato pure in coppa. Oppure vagano tra fumo e arrosto come i gettonati Italiano, Palladino e il solito Gasperini. Oggi si salva Thiago Motta: domani chissà? E tralasciamo i gioielli della panca transitati al Sassuolo. Infine che dire dei saliscendi del decantato De Zerbi al Brighton? Vedi Roma eppoi.

Invece a De Rossi, né profeta né fenomeno, è bastato mettere mano ad un gruppo di buon valore, deciso a seguirlo e la squadra è risorta. Gilardino tiene barra dritta perché conosce l'essenza del pallone. Calzona non è fuoriclasse, eppure se Osimhen e Kvara sono di luna buona tutto va meglio. Morale: servirebbe meno fenomenismo e più realismo. Il bel calcio esiste se i giocatori sono di qualità e alzano il valore.

Lo dicono campionato e coppe, lo conferma la buona stella.

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