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Il calcio scemo nell'epoca dei troppi "like"

Il calcio scemo nell'epoca dei troppi "like"

Una scarica di dopamina. Così viene spiegato l'uso, aggiungo io l'abuso, di like, in lingua madre «mi piace» sotto la foto postata qualche attimo prima sul Social. C'è, sull'argomento, addirittura uno studio dell'Università del North Carolina per chiarirci le idee. In breve, godiamo pigiando su quel pulsante, come una slot machine, la dopamina ci illumina di immenso, è doping, droga ma serve, poi, ad alimentare discussioni e illazioni. Nel mondo del football non c'è giorno che un calciatore non caschi nel fallo di social, basta un like a una foto di squadre o tifosi o allenatori altrui ed ecco i fuochi di artificio di mercato o le polemiche di spogliatoio. Fanno parte della lista dei laichisti firme illustri ed altre minori, Verratti è caduto nella trappola sottoscrivendo un post che accusava due compagni suoi di squadra, i portieri Areola e Trapp, portatori insani di afrori di escremento. Va da sé che Verratti abbia tentato di spruzzare deodorante smentendo di essere lui l'autore del like. Il francotunisino Ben Arfa nel momento di accasarsi con la Samp si è lasciato andare a un like sull'immagine della curva atalantina, da cui nuovi sogni di trasloco

a Bergamo. Nainggolan ha salutato Milano nerazzurra con un «mi piace» a questa insinuazione «Marotta lavora per la Juve»,

squadra che crea allergie a prescindere dire

sul belga. Brozovic

aveva gradito la decisione del club di togliere la fascia a Icardi e idem come lui aveva fatto Pjanic da Torino; lo stesso Brozovic con il compatriota Perisic aveva messo il suo consenso a Dzeko nuovo arrivo interista. Dybala aveva messo il suo okay all'arrivo di Sarri, oggi credo voglia cancellarlo. Tutta roba da asilo Mariuccia che provoca la ola di commenti e reazioni. Prima di muovere il dito indice basterebbe contare fino a dieci, riflettere è un lusso.

Comunque proporrei sul social network Facebook, l'inserimento di un nuovo tasto «ma sei scemo?».

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