Coronavirus

Il calcio vuole ripartire ma perde la Lega Pro. E spuntano i sorteggi...

Crisi insostenibile, c'è la richiesta di sospendere i campionati. La lotteria della quarta promossa

Il calcio vuole ripartire ma perde la Lega Pro. E spuntano i sorteggi...

La serie A continua a mettere le basi nella speranza, nemmeno più tanto remota, di riprendere l'attività il 4 maggio. Nello stesso giorno la C ratificherà in assemblea la sospensione del torneo votata ieri dal Consiglio Direttivo della Lega Pro. I club, ormai a rischio default con l'emergenza coronavirus, chiederanno ufficialmente alla Federcalcio e al presidente Gravina la chiusura delle competizioni con il blocco delle retrocessioni, la promozione in B delle attuali prime di ogni girone (Monza, Vicenza e Reggina) e di una quarta squadra che verrebbe definita - idea folle - mediante sorteggio tra quelle che sono in una posizione di classifica che consentirebbe loro l'accesso ai playoff, con sicuri ricorsi a pioggia (De Laurentiis ha già contattato i propri legali e sarebbe pronto alla battaglia legale per il «suo» Bari). La conseguenza di questa decisione è che nove club saliranno comunque dalla D e quindi si allargherà a 69 il numero di società iscritte alla terza serie (e un totale di ben 111 squadre professionistiche in totale, un unicum nel panorama dei top 5 campioni europei). Troppe da sostenere per il movimento calcistico italiano.

La B resta invece alla finestra, in attesa della riunione di mercoledì e di cosa farà la Lega maggiore. Anche per la serie cadetta l'applicazione del protocollo è difficile ma più difficile sarebbe districarsi tra i ricorsi già preannunciati (vedi Frosinone) in caso di classifica «congelata».

Intanto ieri il protocollo approntato dalla commissione medica della Federcalcio presieduta da Paolo Zeppilli è arrivato sul tavolo dei ministri Speranza (salute) e Spadafora (sport), impegnati - soprattutto il primo - per tutto il weekend in una serie di call di confronto a 360 gradi per definire la ripartenza generale del paese. Il giorno chiave per capire se ci sarà un primo via libera alla ripresa degli allenamenti e dei campionati potrebbe essere mercoledì 22 quando Spadafora incontrerà in videoconferenza alle 12 Figc, presidenti delle Leghe, Assocalciatori, Aia, Fmsi e una delegazione del Comitato Tecnico Scientifico istituito dalla stessa Federcalcio per un confronto su tale protocollo. Appena 24 ore prima, assemblea dei club di A che oltre delle linee guida sanitarie, discuteranno del pagamento della 6ª rata della stagione per i diritti tv.

L'idea centrale del protocollo, che in 30 slide illustra le linee guida per la ripresa degli allenamenti, è l'organizzazione almeno nella fase iniziale di ritiri permanenti delle squadre, anzi del «gruppo squadra» se consideriamo le figure che ruotano attorno al lavoro dei calciatori, in centri di allenamento chiusi per evitare rischi di contagio. È il tema chiave del lavoro di medici e scienziati perché in questo momento anche effettuare controlli periodici, partendo da quelli preventivi, non garantirebbe le cosiddette «patenti di immunità».

Nelle note al protocollo, si indica anche la possibilità in una fase successiva di utilizzare le App disponibili (probabilmente la Immuni scelta dal governo) per tracciare e seguire clinicamente giocatori e membri dello staff tecnico nel rispetto della privacy.

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