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Il canto del cigno di Blardone

A fine stagione si ritira, ma in Giappone ha conquistato un altro podio

Maria Rosa QuarioCi sono imprese sportive che vanno al di là del gesto tecnico o del risultato. Sono quelle che toccano, stupiscono, esaltano per come sono state compiute, per la storia che hanno dietro. Max Blardone da Domodossola, 36 anni, due figli, 24 podi in carriera con 7 vittorie, era volato in Giappone per provare ancora una volta a dimostrare di poter chiudere la carriera lassù, ai piani alti della classifica, quelli che aveva frequentato stabilmente fino al marzo del 2012. «Mi piacerebbe salire ancora una volta sul podio» aveva detto alla vigilia della gara di Naeba. Già, a chi non piacerebbe salire sul podio? Quel podio che ai gigantisti italiani mancava dal 2 dicembre 2012 con Simoncelli 3° a Beaver Creek...Blardone sul podio? Sembrava una barzelletta. Non ci credeva nessuno. Eppure, ecco il Max ritrovato, sciata fluida e veloce, tattica perfetta, fenomeni del momento messi alle spalle (Kristoffersen 4° e Hirscher 6°) e solo una coppia di francesi, Pinturault e Faivre, davanti, di poco peraltro. Ha pianto Max, ha versato lacrime di gioia, quelle che non gli erano uscite nei momenti più neri degli ultimi quattro inverni, quando faticava a qualificarsi per la seconda manche, quando veniva messo fuori squadra. Ma cosa è successo? «Ero sereno in questi ultimi giorni, mi sentivo sciare bene, ma questo 25° podio non è frutto di un momento, no, dietro ci sono anni di lavoro duro, mio, dei miei allenatori (privati, ndr), e soprattutto della mia famiglia, che ha sempre creduto in me e a cui dedico questa gioia immensa». Che potrebbe non essere l'ultima.

Mancano cinque giganti a fine stagione, a fine carriera: provaci ancora Max! Oggi: slalom maschile a Naeba e discesa femminile a Crans Montana, rinviata ieri per rischio valanghe.

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