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Castaway Zenga, "tradito" dall'isola

Firma e il lockdown lo blocca mesi in Sardegna senza giocare. Ora l'esonero

Castaway Zenga, "tradito" dall'isola

Tutta colpa del Covid, sto maledetto, quattro mesi dentro Asseminello, arrotolato come una lumaca nel suo guscio, sarà anche uno dei centri sportivi più all'avanguardia, resort, piscina, centro benessere, bagno turco, ma due sfere così dove le mettiamo. Uno come il Walterone poi, incapace di domarsi, sempre innamorato perso di qualcosa e qualcuno. Dal 3 marzo, giorno della nomina, al 20 giugno, debutto con legnata, a far girare i pollici. Adesso dice che forse non doveva firmare, era un contratto capestro, doveva arrivare almeno settimo e non ce l'ha fatta e quando gli è girata bene, 2-0 alla Juventus, arriva in conferenza stampa e gli dicono: si, vabbè, ma quelli erano demotivati!

Bella soddisfazione. Giulini però poteva anche darsi una calmata, non c'era tutta questa fretta, alle nove meno un quarto Walterone tornava nel suo Meazza deserto, per l'ultima di campionato e cinque ore prima il presidente ci tiene a far sapere che lo ha già tumulato. Sai che gioia. Non ce n'era bisogno, ingaggio a termine poi a casa se non ti piazzi, tutto scritto per benino con firme e controfirme, invece no. Ma a Cagliari pensavano di aver in mano una squadra da Europa, qualcuno addirittura credeva quella buona, tanto che a Rolando Maran gliel'hanno fatta pagare pesante, esonero immediato e dentro l'uomo ragno che adesso dice delle cose ma non vedeva l'ora che qualcuno si ricordasse di lui: «A volte ti fai prendere la mano e fai determinate scelte», ha detto, «la squadra non vinceva da dodici partite. Io? Non ho visto la famiglia per tanto tempo... Dove ho sbagliato? Forse a fare subito i punti per la salvezza aritmetica, ma di più era impossibile». Poi si è sgonfiata la squadra, si è sgonfiato l'ambiente e si è sgonfiato anche lui, settimo non ci sarebbe mai arrivato, il 3-0 di sabato con il Milan non fa testo, già tutto scritto, si è preso la soddisfazione di schierare tre Primavera e rimettere in campo Pavoletti dopo due interventi al crociato. Dopo il fischio ha guardato verso la Nord, si sta male come vedere un pezzo del ghiacciaio che cade in mare.

Ha detto che non ce l'ha con Giulini e non ha nulla da rimproverarsi, e ha ragione, non ha mai potuto allenare la squadra, partite ogni tre giorni, aerei, trasferte. Nainggolan? C'era una volta Grande beffa, il 12 luglio era la sua centesima da allenatore nella stagione del centenario del club, la squadra si è salvata, lui no. Ma questa non è una ricostruzione triste, ha lavorato in tre continenti, otto nazioni, ha vinto un campionato con la Stella Rossa e un altro con la Steaua, il calcio è questo.

Guardiamoci le spalle e rimbocchiamoci le mani, siamo tutti umani. Scusa Walterone se finisce così, ma questa te l'hanno attribuita, senza capire che è la somma che fa il totale, e dentro c'è molto più di una gaffe in un dopopartita finito male.

Ne hai parate tante, una più, una meno, aggiungi anche questa.

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