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A Catania emergenza difesa: rotto anche Abbiati

Un guaio tira l'altro, è una striscia infinita in casa Milan. A Catania, in una difesa già colpita dalla squalifica di Zapata, dall'infezione agli occhi di Mexes e dalla distorsione alla caviglia di Abate, ecco l'ultimo colpo basso: Abbiati, uno degli eroi di Glasgow, bloccato dall'influenza e perciò rimasto a casa, sotto le coperte. Così l'improvvisato e forzato schieramento allestito da Allegri deve prevedere anche il ritorno in porta, dopo la sconfitta di Parma, del giovane Gabriel, brasiliano, di fatto salito al ruolo di numero due del ruolo (Amelia, tra l'altro, è fuori uso per intervento al menisco). «L'unico vero rimpianto è questo: non ho mai avuto la rosa intera a disposizione, cosa utile per incentivare la competizione all'interno del gruppo», la confessione pubblica di Allegri, deciso anche a difendere preparatori e medici da eventuali critiche («non penserete che sia colpa nostra se Robinho cade e si lussa una spalla o se Abate, in un contrasto, si procura la distorsione») e la sua gestione dall'accusa, ben più grave, di giocare male. «Da gennaio a maggio del 2013 abbiamo disputato 20 partite di campionato più quattro di Champions: ne abbiamo perse solo due, una a Barcellona, con Messi in campo, e una a Torino, su rigore, contro la Juve. Se giochi male, puoi vincere 2-3 partite di c…o» l'altra stoccata. Responsabilità piena, invece, sulla miseria attuale dei 14 punti collezionati dalla squadra, difesa con gli artigli («mai si è tirata indietro»), che si ritrova dinanzi all'inquietante deficit e non ha mai vinto fuori casa. «E giochiamo a Catania che ha fatto 9 punti tutti in casa», la sua riflessione destinata a drizzare le antenne. Per dare continuità alla svolta di Glasgow, grazie anche al modulo confermato dell'alberello di Natale, con Birsa al fianco di Kakà e alle spalle di Mario, interprete fedele del ruolo di primo e unico attaccante. «L'importante è che ci sia in cima una buona stella», la battuta per far capire che anche in Scozia gli episodi hanno dato una mano al Milan. In queste ore può essere rappresentata oltre che dall'esempio di Kakà anche dal ritrovato smalto di Mario Balotelli che «si è messo a disposizione della squadra».

Un altro segnale della sintonia recuperata tra il tecnico e il discusso campione.

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