Sport

La Juve non fa sconti Vucinic torna al potere

Anche il Bologna si deve inchinare alla capolista. Il montenegrino è ancora l'uomo dei momenti chiave

La Juve non fa sconti Vucinic torna al potere

Juve padrona e Juve predona. Direte: la solita Juve. Non c'è Bologna ammazzagrandi che la possa fermare. Basta restituire a Vucinic il segno del potere e quello torna a far gol nei momenti che contano. Bologna gli porta bene, anche l'anno passato il barbuto montenegrino entrò in partita per rimettere in corsa la sua squadra: stessa porta come avesse da quella parte l'appuntamento con il destino. Stavolta si è dato il cinque con Marchisio, inseguendo gol e un po' di spettacolo. Gol che fanno spettacolo, settimo per Vucinic che potrebbe infilare questo nella collana delle reti che pesano tanto. La Juve cercava di assestarsi e resettarsi in vista della Pasqua che la lancerà verso il gran finale: prima l'Inter poi il Bayern. Nove punti davanti a tutti valgono l'effetto scudetto e il segno (sogno) della tranquillità. Stamane sono dodici, stasera chissà. Bastava guardare la faccia di Conte, nei minuti di recupero, per capire che ormai neppure la scaramanzia può far paura. Che poi gli ultimi minuti siano stati mal gestiti a livello di fair play, è problema per chi rosica un po'. Purtroppo nello sport si è visto di peggio, anche sulle tribune di Bologna.

E non si parla della partita dove c'è stato un tempo per raccontare nulla di nuovo: freddo invernale, striscioni sgradevoli sulle tribune, giusto per alternare le cose pestilenziali (quando non è razzismo) del nostro calcio, Bologna arzillo ma Juve tutta sostanza. Partita gestita dalla capolista dopo aver lasciato un quarto d'ora d'aria agli avversari, compatti, vogliosi, non a caso una delle squadre più in forma della serie A. Il Bologna ci ha provato, dopo 7 minuti, al primo guizzo di Gilardino e alla prima palla fiondata di Diamanti. Buffon è uscito come un panzer, più stopper killeristico che portiere: Gila quasi ci ha rimesso il piede, Diamanti ha provato a chiudere in porta, ma l'inciampo sulla stella di Chiellini e la mira non perfetta hanno deviato il missile.
Per il Bologna un buon inizio. Ma poi? La Juve non è l'Inter e nemmeno Fiorentina e Cagliari, ultime vittime della squadra di Pioli: ha cominciato a far rombare il motore, Chiellini e Peluso si sono permessi rudezze che potevano portare qualche conseguenza, il lavoro sulle fasce ha preso aria con Padoin e Peluso, il gioco del centrocampo ha ricominciato a prendere forma e a far avanzare la squadra come fosse la testuggine che lentamente, ma inesorabilmente, ti sfianca.

Poi, certo, c'è stata un po' troppa frenesia davanti: Vucinic e Giovinco con la miccia bagnata per un tempo. Tre quarti d'ora di prove e controprove prima di aggiustare tutto nella ripresa. La Formica “disatomizzata“ ha mollato un tiretto appena gli è riuscito di non cadere in area. Ed è stato il primo di tre tentativi andati a vuoto. Uno nel primo tempo appunto, gli altri due nella ripresa, ma quelli che gli avrebbero fatto venire i rimorsi di coscienza. Due guizzi nei primi otto minuti della ripresa per spedire palla nel modo peggiore: fuori una volta, in bocca al portiere l'altra.

Il festival di Giovinco non è stato esaltante, se il dovere di un attaccante è quello del segnare gol. Se, invece, bastano le buone intenzioni.... allora Giovinco è un campione. Quella della Juve è stata una partita d'attesa solo nella caccia al gol. Vucinic ha favorito il tiro a volo di Vidal finito nel fienile. Padoin ha concretizzato un'azione da ala destra vecchio stile per concedere pallone in mezzo all'area a Vucinic. Ma quello non c'è arrivato, si è addormentato, fate voi! Tanto da lasciar perfino Conte con occhi sgranati per l'incredulità di una così bella azione sprecata come broccacci.

Ma la Juve è stata sempre padrona della partita. Anche nella ripresa, quando Gilardino ha trovato il gol (annullato) in fuorigioco, non c'è stato nulla che potesse mettere il dubbio. Bologna pieno di forza e determinazione, Diamanti a caccia di falli e punizioni, arbitro col cartellino facile, magari ingannato da qualche sceneggiata di Chiellini, ma poi tutto si è risolto quando Vucinic ha ritrovato il segno del potere: ovvero il gol. E con Marchisio è stato show: assist verticale del principino e l'attaccante si è sfilato in area ingannando Naldo e castigando Curci. Poco dopo scambio del favore: Vucinic serve Marchisio e quello penetra con un tiro di esterno da toglier il fiato al Bologna, allo stadio.

E, se ancora qualcuno ci pensasse, anche al campionato.

Commenti