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Cecchinato mette l'accento giusto e centra gli ottavi al Roland Garros Berrettini ko: troppo forte Thiem

Cecchinato mette l'accento giusto e centra gli ottavi al Roland Garros Berrettini ko: troppo forte Thiem

Marco Lombardo

Davvero finora il problema più grosso di questi giorni è stato far imparare il suo nome ai francesi: tra accenti messi qua e là e «ch» pronunciati alla parigina, Marco Cecchinato ha passato i primi giorni del Roland Garros alla ricerca di una nuova identità. Finendo per trovare quel futuro che anni fa aveva lasciato alle spalle e che invece nel 2108 si è rimesso davanti. E quindi: un italiano dopo 6 anni negli ottavi di finale (aspettando oggi Fognini, al cui coach Davin ieri è stato rubato tutto negli spogliatoi) è una notizia. Che questo italiano sia Cecchinato è una sorpresa. E un vero piacere.

Dunque: Parigi, abbiamo un tennista. Anzi più di uno, ma se per Matteo Berrettini il terzo turno è stato una diga insormontabile (sconfitto da Thiem, ma comunque in quattro set: si rifarà), Cecchinato ha fatto bum sbattendo fuori Carreno Busta (risultato 2-6, 7-6, 6-3, 6-1), lo spagnolo non solo terraiolo di talento che viaggia su e giù dai primi 10 e l'anno scorso è arrivato in semifinale agli Us Open. La storia di Marco conferma che non si vive solo di Next Gen: ha 25 anni, è di Palermo, si è formato alla scuola che ha creato Seppi a Caldaro - ovvero Alto Adige - ha sprecato per un po' molto del suo talento lineare senza riuscire a mordere sul campo. In più ci si è messa di mezzo una strana storia di match truccati: accusato nel 2016 di aver alterato una partita per far vincere dei soldi ad un amico, si becca 18 mesi di squalifica, poi ridotti a 12 e poi ancora a niente. Perché alla fine riesce a provare che lui quel match non l'aveva perso apposta.

Ricomincia, si affianca come coach l'ex tennista Vagnozzi, riparte per Challenger e Futures, ma soprattutto comincia ad allenarsi meglio e a stringere i denti. E a far male: quest'anno a Monte Carlo batte Dzunhur e fa dannare Raonic; a Budapest perde alle qualificazioni ma rientra tra lucky loser, tanto lucky che finisce per aggiudicarsi il suo primo titolo Atp. Così ecco che Parigi diventa la continuazione logica dei progressi visti anche a Roma: «Sono un uomo nuovo, ora ci credo. E quando ho sentito che lui diceva al suo coach che non sapeva più come fare il punto, ho capito che era fatta. Gli ottavi? Un sogno. Con il premio mi sa che farò un bel regalo alla mia fidanzata».

Con questo risultato Checchinato sale al numero 51 del mondo, ora avrà il vincente di Goffin-Monfils. Parlano entrambi francesce.

E già sanno che Marco non è più solo uno scioglilingua.

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