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Da Cerci a Bonaventura, così è cambiato il Milan

Modulo, continuità, miglioramenti individuali: la cura Mihajlovic dà i suoi frutti

Da Cerci a Bonaventura, così è cambiato il Milan

Gli indizi sono diventati quattro. E di solito dovrebbero costituire più di una prova, la prova regina del rinascimento milanista. Certificato dai 10 punti raccolti nelle ultime 4 giornate, dalla scalata in classifica ma in particolare da una serie di altri fattori che possono allontanare da Milanello tutte le nuvole minacciose che hanno reso opaco fin qui il lavoro di Mihajlovic e in particolare il rendimento del mercato "da 90 milioni di euro" firmato da Adriano Galliani. Verificare che da 19 mesi non si realizzava il tris di successi consecutivi (gestione Seedorf, l'inizio della "nuttata") può rappresentare una conferma dei clamorosi ritardi del casato che sono in qualche modo diluiti da una serie di buoni motivi per sperare nella ripresa duratura.

Innanzitutto il numero dei gol realizzati sempre nelle ultime 4 giornate: 7 sui 15 totali, poco meno del 50% della produzione rossonera, incarnata dall'altra cifra significativa, i 6 squilli di Carlos Bacca ottenuti, ecco il punto, da 9 tiri a testimonianza di una percentuale da bomber autentico. Alla faccia degli espertoni che pronosticarono una resa disastrosa («non arriverà in doppia cifra») del colombiano. E la difesa, banda del buco contro il Napoli, ha richiuso i portoni: 3 gol subiti nelle famose ultime quattro. C'è infine un altro dato che sul tavolo di Arcore ha preso a lampeggiare da qualche giorno ed è una gratificazione per il presidente Berlusconi: con l'avvento in porta di Donnarumma, il plotone degli italiani presenti in formazione, è salito a otto unità, il gruppo più consistente e accreditato della serie A. A proposito di portieri, va anche segnalata la decisione di Diego Lopez, destinato ormai alla panchina, di fermarsi per curare una tendinopatia al ginocchio che non gli aveva impedito finora di giocare ed allenarsi. Ma di fronte al declassamento, lo spagnolo ha preferito lo stop.

La spiegazione complessiva del rilancio è quella dettata da molti osservatori e condivisa da Mihajlovic: il Milan ha trovato la "quadra" grazie al cambio di sistema di gioco, alla continuità di schieramento e anche, se non soprattutto, al lento ma progressivo miglioramento di alcune perfomances personali. È cresciuto Antonelli (dal gol col Chievo), Romagnoli è diventato un pilastro, è cresciuto Bertolacci (frenato però dal secondo ko muscolare), Montolivo è diventato il leader del vituperato centrocampo, Cerci ha ingranato la marcia alta e Bonaventura ha assunto caratteristiche da uomo in più, in attacco e a centrocampo. Il 4-3-3 ha reso più compatto il Milan e non c'è una grande voglia di cambiare sistema di gioco neanche quando guariranno Balotelli e Menez.

E a Milanello nemmeno la notizia di un ritardo nel closing con mister Bee è riuscita a spegnere il sorriso.

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