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Champions, la Roma cade col Real

L'acuto di un campione ed il diagonale beffardo di un giovane. Tanto basta al Real Madrid per uscire vincitore dall'Olimpico di Roma nella gara di andata degli ottavi di finale di Champions League

Champions, la Roma cade col Real

L'acuto di un campione ed il diagonale beffardo di un giovane. Tanto basta al Real Madrid per uscire vincitore dall'Olimpico di Roma nella gara di andata degli ottavi di finale di Champions League. Un risultato bugiardo per quanto messo in campo dai giallorossi che, per impegno, grinta ed anche trame di gioco avrebbero meritato il pareggio.

Cristiano Ronaldo però veste la maglia dei Blancos e fa tutta la differenza del mondo rispetto ai pur volenterosi ragazzi della banda Spalletti, colpiti nel finale anche dalla freschezza del 'canterano' Jesé che chiude i conti con ancora il ritorno da giocare. Alla Roma restano gli applausi dell'Olimpico e la consapevolezza che la prolungata inedia dell'ultimo capitolo della saga Garcia è ormai alle spalle.
Spalletti soprende tutti nell'undici iniziale. Fuori De Rossi, non al meglio, ma soprattutto fuori Dzeko. In attacco gioca il tridente leggero con Perotti 'falso nueve', El Shaarawy, Salah. Il Real, invece, ritrova Marcelo in difesa mentre in attacco, con Bale indisponibile, il terzo posto nella linea offensiva con Cristiano Ronaldo e Benzema viene affidato ad James Rodriguez. Dopo dieci minuti il tema tattico della gara già è evidente: possesso palla al Real e Roma che cerca di ripartire con le incursioni dei suoi sprinter. In particolare sono Salah e Perotti a cercare il dialogo per mettere nei guai la difesa madrilena. La staticità delle retroguardia spagnola si evidenzia al quarto d'ora quando El Shaarawy non riesce a concludere nel modo giusto una bella trama offensiva ispirata da Florenzi e proseguita da Perotti. Dopo le tante, troppe, serate silenziose l'Olimpico questa volta ribolle di emozioni. Un'energia che si riflette anche nell'atteggiamento della Roma in campo. I ragazzi di Spalletti, a tratti, provano pure a proporre gioco mentre dagli spalti parte anche un 'Messi Messi' ironico nei confronti di Cristiano Ronaldo, lo spauracchio numero uno. Attorno alla mezzora il Real tiene palla in maniera pressoché continua per cinque minuti ma il 'tika-taka' in stile nemici giurati del Barcellona non porta a nulla più di una conclusione improvvisa di sinistro al volo da parte di Marcelo, su geniale scucchiaiata di Ronaldo, che si perde di poco a lato. La risposta della Roma è in una zuccata alta di Manolas su azione d'angolo ma soprattutto in una discesa di El Shaarawy bloccata da un prodigioso intervento di Varane un attimo prima che il 'Faraone' possa concludere verso la porta di Navas. L'Olimpico approva ed all'intervallo applaude convinto.

La ripresa inizia con un miracolo di Vainquer in copertura su James Rodriguez, in fuorigioco non segnalato e prosegue con un tiro di Isco debole fra le braccia di Szczesny. Ordinaria amministrazione rispetto all'uscita spericolata e provvidenziale che deve effettuare il suo collega Keylor Navas per disinnescare il lanciato El Shaarawy. Nel miglior momento della Roma però arriva il più classico dei fulmini a ciel sereno. E' il dodicesimo quando Ronaldo sveste i panni del campione svogliato per indossare quelli del vero CR7. Il portoghese riceve da Marcelo salta Florenzi e si accentra scaricando un perentorio destro all'angolino che fa saltare di gioia Zidane e tutto il popolo madridista. Spalletti risponde inserendo subito Dzeko per El Shaarawy ma è Salah a sprecare una buona occasione calciando debolmente fra le braccia di Keylor Navas. Molto più pericolosa la conclusione dal limite di Vainqueur su sponda di Dzeko. La palla sibila accanto al palo. Stesso destino sul ribaltamento di fronte per un colpo di testa da due passi di Cristiano Ronaldo. La Roma è viva e ci prova con Dzeko. Da posizione defilata però il bosniaco non va oltre l'esterno della rete. Sull'azione seguente Florenzi reclama un rigore per fallo di Carvajal. Il direttore di gara lascia andare ma i dubbi restano.

La parola fine sulla gara e sul doppio confronto la mette nel finale il nuovo entrato Jesé con un diagonale che è un dardo nel cuore di una Roma che ci ha creduto a lungo.

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