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Charles, figlio del vento Con lui la Ferrari non smette più di volare

Terza pole di fila. E dopo le vittorie a Spa e Monza la Rossa spera che non ci sia due senza tre. Seb 3°

Charles, figlio del vento Con lui la Ferrari non smette più di volare

Signore e signori, alzatevi in piedi, perché questo ragazzo è un vero fenomeno. Charles Leclerc non scende più dal tappeto volante su cui è salito a Spa l'ultimo giorno di agosto. È alla terza pole di fila, la quinta della stagione: nessuno ha fatto meglio di lui in questo 2019. Sembrava un anno disgraziato per la Ferrari, ma il principe Charles lo sta trasformando in qualcosa che ricorderemo come la notte di Natale, la notte in cui nasce qualcuno di speciale.

Ci sono pole che valgono più delle altre. E non solo perché a Singapore chi l'ha conquistata nelle prime 11 edizioni del Gran premio, ha poi vinto la gara 8 volte. Ma perché per conquistarle bisogna tirare fuori ogni goccia di talento, ogni grammo di coraggio. Tra le 23 curve di Marina Bay, tra quei muretti che ti stringono come un busto del Dottor Gibaud, Charles Leclerc ha disegnato una vera opera d'arte. Ha rischiato due-tre volte di prenderlo in faccia uno di quei muri, ad un certo punto tra le sue ruote e il cemento non ci stava un fiammifero (messo in verticale) «Ho dato tutto quello che avevo» non lo ha detto lui. Lo ha dichiarato Lewis Hamilton che è rimasto a 0191 dopo che l'anno scorso, proprio qui, aveva ottenuto la sua pole più bella.

Charles Leclerc ha battuto Hamilton, ma anche un Vettel più in palla del solito che dopo il primo tentativo in Q3 sembrava poter puntare al bersaglio che quest'anno ha centrato solo una volta in Canada. Ormai è dal Gran premio di Francia che il quattro volte campione del mondo viene battuto in qualifica dal bimbo prodigio. Fanno 8 gare di fila Mattia Binotto è arrivato a dire «Mi spiace per Seb», ma parlava della prima fila persa di 29 millesimi, ammettendo di aver pensato che il tempo ottenuto nel suo primo tentativo potesse garantirgli la pole. Poi è sfrecciato Leclerc ha fatto il fenomeno, ha sorpreso il mondo della F1 che si aspettava la pole di Hamilton. «Ho perso la macchina due o tre volte e mi sono visto contro i muri però mi sono detto o vado a muro o faccio il tempo», ha ammesso Charles.

Visto e rivisto alla moviola, si vede che gli errori, o meglio le sbavature, sono state addirittura quattro. Ma per volare tra quei muri non c'era altro modo. Leclerc è dovuto andare oltre i limiti. La pole è merito suo, ma anche della Ferrari e del lavoro che la casa di Maranello ha fatto sulla SF90 per renderla competitiva su una pista ad alto carico. Meriti di chi ha progettato e di chi ha prodotto il nuovo pacchetto aerodinamico, perché dopo la débâcle di Budapest, Mattia Binotto ha chiesto e ottenuto da tutti uno sforzo speciale per accelerare dimostrando di aver capito dove intervenire per migliorare la monoposto.

Una pole a Singapore vale tanto, tantissimo. Ma i 61 giri della gara saranno tiratissimi con il rischio, anzi quasi la certezza, dell'ingresso in pista di una Safety Car. Dal 2014 la Safety è entrata in azione in ogni edizione della gara, addirittura 8 volte in 5 anni Bisognerà fare molta attenzione. La tattica potrà essere decisiva una volta evitati i guai in partenza. Meglio andarsi a rivedere quella di due anni fa, con Vettel in pole davanti a Max, Ricciardo e Kimi.

Quelle scintille è meglio non vederle più.

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