Giro d'Italia

Chaves primo sull'Etna Yates in maglia rosa Ma vince Dumoulin

Tra i big l'olandese è quello che controlla meglio la corsa. Aru e Froome non brillano

Chaves primo sull'Etna Yates in maglia rosa Ma vince Dumoulin

Pier Augusto Stagi

Etna Viviamo sempre in bilico tra l'essere e l'apparire, finendo poi per sembrare ciò che non siamo. Anche questo Giro è un po' così; ci mostra un Esteban Chaves primo sul traguardo dell'Etna, con al proprio fianco battuto - il compagno di squadra Simon Yates, ma il vero vincitore di giornata è un olandese.

Tom Dumoulin arriva a qualche secondo dalla coppia regina della Mitchelton Scott, ma nella generale è secondo, a soli 16. Insomma è lì, tutt'altro che battuto e abbattuto. Parla poco l'olandese, ma gestisce con grande acume tattico le proprie energie e anche la propria squadra, alla quale chiede proprio il minimo sindacale.

Doppia coppia, per una scalata reale. All'Osservatorio Astrofisico dell'Etna brillano le stelle di Esteban Chaves e Simon Yates. Il colombiano trionfa per la seconda volta al Giro d'Italia (dopo Corvara 2016), entrando nella fuga di giornata e conquistando la sesta tappa, primo, severo arrivo in salita dell'edizione 101. Subito alla sua ruota c'è il compagno Simon Yates, che stacca i migliori con una violenta progressione negli ultimi 1500 metri, lascia la vittoria al compagno e si prende la maglia rosa. Terzo e più attardato il francese Thibaut Pinot.

«Oggi avevo davvero grandi gambe, come squadra non potevamo fare meglio ha spiegato nel dopo corsa il 25enne britannico, grande anche su pista -. Perché ho lasciato la vittoria di tappa a Esteban? Se la meritava, è stato in fuga tutto il giorno».

Un grande show, una splendida tattica, una grande dimostrazione di forza della coppia della australiana Mitchelton Scott. Primo Esteban Chaves, secondo Simon Yates che è la nuova maglia rosa del Giro d'Italia. È questo il verdetto della terza e ultima tappa siciliana della corsa rosa numero 101. Due ore volate ad oltre 45 chilometri orari con una fuga che non voleva saperne di nascere, poi un gruppo di 28 uomini che si lanciano a conquistare fino a 4 minuti di vantaggio, prima che la BMC della maglia rosa Rohan Dennis cominci a lavorare per recuperare terreno.

I 28 arrivano fino ai piedi dell'Etna dove cominciano gli attacchi: ci provano Gesink e Ciccone; si mettono in evidenza Hermans e Ulissi; si punzecchiano Henao e Chaves fino a quando quest'ultimo piazza l'attacco decisivo.

Dietro, tra i big, subito in difficoltà Davide Formolo che è vittima di una caduta proprio ai piedi della salita, rientra ma poi paga lo sforzo. Lopez fa tirare la sua Astana per recuperare terreno, prova un paio di attacchi, ma non ha la forza di fare la differenza. Aru e Froome non sono brillanti, ma si difendono, Dumoulin sale bene all'inizio e fatica un pochino nel finale. Pinot scalpita e arriva terzo. Pozzovivo e George Bennett dimostrano una volta di più di andare forte in salita, mentre la maglia rosa uscente Rohan Dennis cerca di difendersi e contenere il distacco, cosa che gli riesce perfettamente, concedendo solo poco più di un minuto.

«Io sono contento della mia prestazione spiega Fabio Aru al termine della tappa -. Ogni giorno mi sento sempre meglio ma è anche ovvio che mi manchi un po' il ritmo e paghi qualcosa quando ci sono queste forti accelerazioni. Io resto tranquillo e fiducioso: il Giro è ancora molto lungo».

Viviamo sempre tra l'essere e l'apparire. Tra il vero e il falso. L'ignoto e la conoscenza.

Il dubbio.

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