Calcio

Che musica Miki sulle note di Volare, "Vogliamo la stella e saremo un muro"

Poliglotta a tutto campo: conosce il calcio come pochi e addirittura sette lingue. Musica italiana, vino rosso e buona cucina le sue passioni

Che musica Miki sulle note di Volare, "Vogliamo la stella e saremo un muro"

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Chissà mai non gli sia scappato di intonare Volare mentre quel pallone diceva: ciao Milan! E come non lasciarsi andare al bel canto italiano che gli piace tanto (Albano si è esibito al suo matrimonio) nella cornice di un San Siro esaltato e gasato, luccicante di colori e sapori in nerazzurro. Il grande vecchio ha lasciato il segno, il segno della classe prima ancora che il magico piede aprisse e chiudesse la storia di questo derby. Ormai dici Mkhitaryan e basta la parola. Riassumi classe, buon calcio, piede a mira controllata. Quasi mai manca il centro. Anche se ieri ci ha provato pure di testa. E quasi, quasi

Due reti per i buoni sogni della gente interista. Pensieri e parole dell'interessato: «Siamo qui perché vogliamo la stella, dobbiamo essere un muro». E lui ha alzato il suo muro con due esecuzioni in fotocopia che il magnifico gol di Thuram poteva mettere in ombra. Per il vero Miki come lo chiama per comodità il popolo interista aveva fatto intendere subito che tra lui, 22 solo di numero, e il numero 9 ne avrebbero combinate delle belle. In 5 minuti ecco imbastito il primo gol: il francese figlio di papà (per chi non capisse è un complimento) ha sradicato la fascia sinistra rossonera prima di lanciare l'idea all'armeno. E fu subito gol. Poi l'esecuzione strappa occhi di Thuram, il Milan che tira fuori la testa con Leao ed allora ecco ritornare il più grande giocatore d'Armenia, figlio di un russo, e ricordare a tutti che classe, qualità, interpretazione calcistica con buon uso del cervello, prima che con i piedi, fanno la differenza.

La seconda giovinezza di Henrikh, o Miki, si sta disegnando a suon di gol e di sapienza pallonara. Ricordano i tifosi di buona memoria che la Roma ha lasciato all'Inter due perle: Dzeko e Miki appunto. E ne è stata ben ricompensata: soprattutto a suon di buon calcio. Poche parole molti fatti, ma Mkhitaryan è fatto così: ama la cucina italiana ma non sgarra nella dieta. Al massimo, da buon intenditore, si concede un bicchiere di vino rosso. In Inghilterra non amava i ristoranti, qui se ne concede qualcuno. Però tutto deve sottostare alla ferrea regola dell'allenamento, palestra continua e fisico sempre al top. Volare! Certo, Volare è la sua canzone: per lui fan della nostra musica. Ci sarà rimasto male per la dipartita di Franco Migliacci, ma due gol sono musica e magari un omaggio. E così l'assist destinato a scatenare le voglie da gol di Frattesi. Due reti e un assist per l'uomo che Inzaghi finalmente ritiene indispensabile: l'anno scorso per un po' lo ha fatto attendere sull'uscio della prima squadra. Poi non c'è stato bisogno di capire quanto sappia parlare la lingua del calcio, lui che di lingue ne parla sette, bastava guardarlo giocare. L'anno scorso i gol di campionato sono stati tre. Oggi sono già due: ma nel derby sono più pesanti. Niente male per un sempreverde signore che ha promesso di giocare fino al 2026, quando compirà 37 anni. A proposito: non tutti gli interisti erano saliti sul carro di Miki.

Ora pare ci stiano stretti.

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